Inutile creare un incipit per gli Animals As Leaders: ormai si presentano da sé.
Per l’ascoltatore djent medio, basta pronunciare il nome di questa band per creare nella propia mente un portale che, aprendosi con uno squarcio, fa spuntare fuori il sempre sorridente Tosi Abasi con i fidi Javier Reyes e Matt Garstka. Inutile anche descrivere l’estasi musicale e l’accoglienza straordinaria che gli Animals As leaders hanno ricevuto dal pubblico e dalla critica, divenendo in poco tempo veri e propri idoli in ambito di ispirazione musicale per giovani e grandi musicisti. Infatti, all’epoca del debutto della band di Tosin, Joe Satriani dopo aver ascoltato l’album, lo definì in maniera molto diretta come “il futuro della musica” e, a giudicare dalla popolarità che la band sta riscuotendo in ambito metal e non solo,possiamo affermare senza ombra di dubbio che Satriani aveva centrato pienamente il bersaglio.
Ascoltando il debutto della band infatti, era impossibile non rimanere folgorati da quell’amalgama di suoni squisitamente innovativi ed originali che tuttavia aveva un’occhio di riguardo alla formazione musicale più classica e fu da allora che gli AAL iniziarono una salita progressiva, diretta e incisiva come la musica che il trio proponeva in giro per il mondo.
Dopo il debutto arrivò “Weightless” il secondo album di studio, che vedeva sperimentare il gruppo allontanandosi leggermente da sonorità tipicamente progressive e incrementando una vena elettronica che tuttavia regalava all’ascoltatore un altro ottimo album anche se, a mio avviso, decisamente inferiore al precedente. L’uscita di Navene Koperweis (un mostro alle pelli) e l’entrata di Matt Gartska (mostrox2) mise Abasi&Co. su una nuova mentalità compositiva creando una suspence indescrivibile su quel che poteva essere il nuovo album della band. E ora, nel 2014, arriva “The Joy Of Motion”, il capolavoro definitivo degli Animals As Leaders.
Qui non si parla di un semplice capolavoro ristretto all’ambito metal: “The Joy Of Motion” sconfina nel paronama musicale mondiale e porta gli Animals As Leaders ad essere di diritto una delle band più importanti e capaci della scena musicale mondiale.
Basta un singolo ascolto per essere pervasi da una sensazione di grandiosità musicale che pervade tutto il disco. Non si può fare altro che restare inermi nell’attesa della completa iniezione di questa potente,monolitica e stupefacente droga chiamata “The Joy Of Motion”.
L’album presenta tutti i trademark tipici della band:innovazione, sperimentazione e originalità. Tosin dimostra per l’ennesima volta di essere uno dei compositori e chitarristi più talentuosi al mondo in culo ai vari Slash e cazzi vari. Reyes di certo non ne è da meno e Garstka non smentisce minimamente la sua fama.
Tutto, dal songwriting alla produzione, è calibrato nel minimo dettaglio per essere proiettato al limite della perfezione. Nessun brano merita di essere segnalato perché tutto l’intero pattern esprime al massimo ogni singola sfaccettatura che questo album ha da offrire: i riff corposi di “Mind = Spun” e di “Tooth and Claw”, il basso indefinibile in “The Woven Web” e brani più classici e “puliti” come “Para Mexer”, sono l’esempio lampante della maestosità compositiva di “The Joy Of Motion”. Da aggiungere l’importante aiuto che Misha Mansoor ha dato in sede di composizione/produzione e della straordinaria performance di Nolly Getgood nelle registrazioni del basso e del missaggio del disco.
Inutile aggiungere altro. Capolavoro del genere. Capolavoro del Progressive. Capolavoro musicale.
Prendete tutto quello che negli ultimi anni avevate creduto “progressive” e sostituitelo con “The Joy Of Motion”. Non vi servirà altro.
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