Carnifex, finalmente. Dopo l'ultimo lavoro ("Until I feel nothing") il gruppo si era congedato per poco tempo causando del terrore nei fan più accaniti, ma l'anno scorso, verso la fine di novembre se non ricordo male, il gruppo ha annunciato l'uscita del loro nuovo disco "Die Without Hope" prevista per marzo. Se devo dirla tutta da un titolo/artwork del genere mi aspettavo esattamente ciò che la combriccola di pionieri del deathcore ci ha propinato. "Die Without Hope" è un muro musicale davvero imponente, sinceramente lo trovo addirittura migliore del suo predecessore. La valutazione per questo disco non può essere tanto elevata perché comunque il gruppo non porta molte innovazioni al proprio stile se non un approccio più melodico in certi frangenti. Scott alla voce è sempre mostruoso come al solito, sin dal primo disco, "Dead In My Arms", lui si è accaparrato uno dei primi posti tra i migliori cantanti del genere; a testimonianza di ciò posso consigliarvi di ascoltare "Dark days" che secondo me insieme al primo singolo estratto, "Dragged Into The Grave", compone l'essenza di tutto il disco, com'era prevedibile.
I nostri compari Jordan e Cory alle chitarre ci propongono un riffing davvero molto valido, aggiungendo all'album assoli davvero apprezzabili e in generale proponendo degli spunti che spaziano in varie ritmiche senza risultare banali e senza sfociare in inutili breakdown o simili. Shawn alla batteria e Fred al basso infine completano il tutto componendo un impatto ritmico davvero spaventoso che completa e amplia quindi il lavoro dei già sopra citati membri. Nel complesso questo disco è veramente valido, uno dei migliori del gruppo secondo me, anche se non ai livelli del primo, perché quello ormai è nell'olimpo dei dischi deathcore. La valutazione è comunque "bassa" perché il gruppo non ha proposto qualcosa di davvero innovativo anche se si sa che oramai il deathcore, sopratutto quello degli americani, non ha più tanto da offrire di nuovo. Ho apprezzato veramente la parte più melodica del disco che mi ha regalato momenti davvero preziosi che hanno reso variegato tutto l'ascolto senza per nulla annoiarmi, quindi secondo me questo disco si merita e senza indugiare almeno un ascolto, per cui vi consiglio di farlo il prima possibile.
Andrea Facchinello
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