Septicflesh - Titan


After the enigmatic “Communion”, the album that made them arrive to the Season Of Mist and theoptimal “The Great Mass”, the absolute prototypes of the symphonic death metal returns with the ninth dowel, “Titan”.
The album is opened with War Heaven・ with the orchestrations that turn around the guitars that execute a typical riffing, very solid and in evidence ; to emphasize, the clamorous pause at 2.10, where a high riff duets with the synth, and when the drums kick in it reaches the absolute epicness.

                                   

With the successive “Burn” I had gone mad still before the album went out, since it was uploaded on YouTube months before; other track that maintains the ecstasy intact, this time with the entrance in scene of guitarist Sotiris on the ''clean'' back vocals. With “Order Of Dracul”, other track that made me fall in love with the album wide before its public release, you could realize how the orchestrations are used with extreme intelligence, able also to execute itself soloists spots, in order then to meet to the remainder without losing univocities and therefore absolutely not created in order to fill situational ''holes'' during the track . “Prototype” is probably the more exhausting track, with more sends back to works like “Anubis”, “Mad Architect”, but also with grovy and fresh beautiful riffs, for which if old a fan of the band listent to it can't not have nostalgia moments meanwhile. “Dogma” is the enigmatic track of the album and emphasizes how much a riffing banal but catchy can thwart the arrogance of the orchestrations, adapted to make take off such piece. With “Prometheus”, I remain astounded and I say to myself very playfully: “Or they wind down the level of the single tracks, or here we already have the album of the year”, but jokes besides these are probably the most mature tracks of all the CD: beginning from the substantial duration, from the choruses here and there, the wonderful orchestrations, riffing slow and heartbreaking but absolutely adapt to the situation and from the factor “atmosphere” that slowly direction changes, a masterpiece. The title track “ Titan”, opens with a riff lot groove supported by the infernal and sick choruses that support the powerful voice of Seth, it already creates a various atmosphere regarding the precedence episodes, with the orchestra that begins to ride being imminent rhythms and phrenetic. If we wanted a definitive confirmation of atmosphere changing, or let me call it “second part” of the album, already mentioned from “Prometheus” and over, here's the clearest one with “Confessions Of To Serial killer”: the violence increases, the orchestrations fail (even though always fundamental) and the changes of time become essential. The penultimate “Ground zero” is a weak one, or slightly at least weak regarding the remainder up to here demonstrated, and also after myriad of listenings I do not succeed to understand well the sense, above all choruses cleaned to avoidable halves according to my opinion. But it is done again with the last “The First Immortal”, in which the melody takes the initiative and where the voice of Sotiris becomes the main element. So thanks to the most ancient God, the Titan, the band enters by right in the assembly of the warcraftian Pantheon.



Thanks to the clean infuences of the guitarist Christous Antoniou, of artists like Wojciech Kilar, Igor Stravinsky, that very help him to set foot in what it can be called the “fifth member”, the symphony orchestra of Praga; graces moreover to the technical on drums of Fotis Bernardo and thanks to the choruses of Sotiris, always inherent and never misused, thanks to the modern vein that never make the album “already felt”, this ninth dowel can become, between the wide discography of the Greeks, one of the best intense activities never written. [Translated by Matteo Miugetti]



Dopo l'enigmatico "Communion", l'album che li fece arrivare alla Season Of Mist e l'ottimo "The Great Mass", i capostipiti assoluti del symphonic death metal tornano con il nono tassello, "Titan". 
L'album si apre con "War Heaven", con le orchestrazioni che girano intorno alle chitarre che eseguono un riffing tipico, molto massiccio e di primo piano rispetto al resto; da sottolineare, la clamorosa pausa a 2.10, dove un riff alto duetta con il synth, e quando entra la batteria si raggiunge l'epicità assoluta.
Con la successiva "Burn" ci ero andato in fissa ancor prima che uscisse l'album, dato che uscì su YouTube mesi prima; altra traccia che mantiene intatta l'estasi, questa volta con l'entrata in scena del chitarrista Sotiris alle back vocals "pulite". Con "Order Of Dracul", altra traccia che mi fece innamorare dell'album sempre con largo anticipo, si intuisce come le orchestrazioni vengano usate con estrema intelligenza, capaci anche di eseguire stacchi solisti, per poi riunirsi al resto senza perdere di univocità e quindi assolutamente non create per fare il tappa buchi della situazione. "Prototype" è probabilmente la traccia più esaudiente, con più rimandi a lavori come "Anubis", "Mad Architect", ma anche con riff belli groovettosi e odierni, per cui se un vecchio fan della band si ascolta questo brano non può che avere momenti di nostalgia nel mentre. 
"Dogma" è la traccia enigmatica del disco e sottolinea quanto un riffing banale ma catchy possa mettere in risalto la superbia delle orchestrazioni, adatte a far decollare tale brano. 
Con "Prometheus", rimango sbalordito e dico tra me e me molto scherzosamente: "O abbassano il livello delle singole tracce, o qui già abbiamo il disco dell'anno", ma scherzi a parte questo è probabilmente il pezzo più maturo di tutto il cd: a partire dalla sostanziale durata, dai cori qua e là, dalle stupende orchestrazioni, dal riffing lento e straziante ma assolutamente adatto alla situazione e dal fattore "atmosfera" che pian piano cambia direzione, un capolavoro.
La title track "Titan", si apre con un riff molto groove supportato dai cori infernali e malati che a loro volta supportano la voce possente di Seth, già si crea un'atmosfera diversa rispetto ai precedenti episodi, con l'orchestra che comincia a cavalcare ritmi incalzanti e frenetici. Se volevamo una conferma definitiva del cambio di atmosfere, della chiamiamola "seconda parte" del cd, già accennata da "Prometheus" in poi, eccola in via del tutto più chiara con "Confessions Of A Serial Killer": la violenza aumenta, le orchestrazioni vengono meno (seppur sempre fondamentali) e i cambi di tempo diventano essenziali. 



La penultima "Ground Zero" è un brano leggermente fiacco, o almeno fiacco rispetto al resto fin qui dimostrato, ed anche dopo miriade di ascolti non riesco a capirne bene il senso, soprattutto cori puliti a metà evitabili secondo il mio parere. Ma ci si rifà subito con la finale "The First Immortal", in cui la melodia prende l'iniziativa e dove la voce di Sotiris diventa l'elemento principale.
Così grazie al più antico Dio, il Titano, la band entra di diritto nell'assemblea del Pantheon warcraftiano.
Grazie alle nette influenze del chitarrista Christous Antoniou, di artisti come Wojciech Kilar, Igor Stravinsky, che lo aiutano molto a mettere in piedi quello che può essere chiamato il "quinto membro", vale a dire l'orchestra sinfonica di Praga; grazie inoltre alle abilità tecniche alla batteria di Fotis Bernardo e grazie ai cori di Sotiris, sempre inerenti e mai abusati, grazie alla vena moderna che non fa risultare mai il disco "già sentito", questo nono tassello non può che diventare, tra l'ampia discografia dei greci, uno dei migliori lavori mai scritti. 







Marco Gattini
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YDBCN è un collettivo di persone disagiate che odia la musica
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