Se i Destiny Potato son riusciti ad amalgamare il djent con il pop, i danesi VOLA riescono ad unire il djent con il math rock e l'elettronica. Una sorpresa così bella non me la sarei aspettata (dopo la zoppicante pubblicazione dei Periphery) In dieci tracce si riesce a variare da granitici riff djent (degne dei migliori esponenti del genere) a una dark-wave con forti influenze al pop, aggiugendo sapientemente qui e lì polifonie che in alcuni episodi rimandano ad uno dei gruppi più tecnici ed ostici della storia, ovvero i settantini Gentle Giant. Sul mio blog mi espressi definendoli la versione djent dei Mew, e non si va molto lontano da quel canone. La Danimarca sta tirando fuori ottimi gruppi con ottime idee e grandi capacità realizzative. Sicuramente sarà un album da piazzare nel proprio best of '15. C'è ben poco su cui speculare questa volta. Un album che descritto potrebbe forviare, io vi rimando calorosamente l'ascolto per via delle sue forti virate tra djent ed elettronica(simili alle virate elettriche/melodiche del hardcore)
Tracklist:
1.
The Same War 05:10
2.
Stray The Skies 04:13
3.
Starburn 06:05
4.
Owls 05:51
5.
Your Mind Is A Helpless Dreamer 05:21
6.
Emily 03:01
7.
Gutter Moon 03:55
8.
A Stare Without Eyes 04:58
9.
Feed The Creatures 05:37
10.
Inmazes 07:29
SENTENZA: Volare oh oh
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