4 PINNE ALL'ORIZZONTE: Monumento all'oscurità


Enthrallment - The Voice of Human Perversity


Gli Enthrallment sono sempre stati la classica band brutal dell'est europa piena di slam, voce gutturale, blast beat senza anima, death metal lercio ecc ecc..Oggi invece si danno un verso e riescono a produrre un cd in modo decente non che a dargli un senso tecnico ed un minimo di gusto. Sono la copia sputata dei Suffocation ma ci accontentiamo. Il cd riesce ad assumere a volte delle forme di buona caratura, usando i trademark di Mullen e soci eh, però sempre riuscendo a colmare il vuoto spirituale con dei buoni riff. Non gridate al miracolo, sono una band abbastanza mediocre e sono rimasti tali ma va dato atto che dal 2006 ad oggi i loro cd sono sempre andati in positivo e quest'ultimo lavoro lascia ben sperare.
Meglio tardi che mai ed effettivamente per sentire una canzone Rove in Hell uno ci ha messo 16 anni ma è una cazzo di canzone Brutal coi coglioni e non come quelle che girano oggi tra Deeds Of Flesh e pugnettari vari. Una canzone che riesce a comprendere il concetto di groove senza troppi fronzoli ed essere pure tagliente.
Probabilmente se riusciranno a bissare un lavoro di questo livello sarà una grande conquista per il combo Bulgaro, il voto della maturità non determina essa al 100% come capita a scuola però almeno uscire da un esame con un voto discreto ti permette di affrontare le tue prossime sfide con un po più di sicurezza.
[Edoardo Del Principe]
6.5


Separatist - Closure

La musica estrema è ovunque, anche in Tasmania. Ebbene proprio dalla dispersa isola australiana ecco riemergere dopo 3 anni i Separatist, band all'inizio composta da 5 membri che per ragioni a noi sconosciute, è diventata una one man band metal, dove alla fonte di tutto c'è il malatissimo Disho (ex cantante). Ormai è riconosciuto che gli autori di one man band metal, solitamente non partoriscono progetti molto diretti, puliti e comprensibili ed infatti anche l'australiano Disho non spezzerà la tradizione.  E per descrivere brevemente questo "Closure", vi basterà trovare i contrari dei termini prima elencati: vale a dire indiretto, sporco e incomprensibile. Se prima di questa rivoluzione, la band australiana proponeva del classico technical death metal, ora con il solo Disho dietro a tutto, il cambiamento e l'influenzamento di nuovi generi prima sconosciuti al gruppo, è notevole.
Un album veramente cupo e malato, che trasmette senso di sconforto e terrore: per dirla tutta, un disco adatto a pochi. I generi presenti in questo "Closure" racchiudono tutto ciò che per noi oggi è estremo; dal brutal death metal più marcio, al djent e mathcore più odierno. Inoltre sarà condito da parti progressive e vocals pulite come in "Deluge Arterial", "Carrier" e verso la fine della title track; e vi giuro che tutto mi sarei aspettato tranne che trovarle. Questo a sottolineare l'incredibile imprevedibilità adoperata dall'australiano. Il fattore a favore di questo cd è che potrebbe piacere veramente a tutti gli amanti delle sonorità pesanti, da quelli ancora fissati con l'old school, fino all'ascoltatore più moderno e intransigente. La cosa che ha fatto impazzire me invece, è la mescolanza eseguita in maniera maniacale di elementi più infangati e sudici del black metal con quelli più puliti e taglienti del technical death metal. Nulla è scontato qui, neanche la durata delle canzoni, dato che passiamo da una traccia di 3.45 minuti a una di 9.09! Ma la cosa , a tratti allarmante per alcuni, potrebbe essere la confusione che si verrà a creare da tutti questi generi, che apparentemente non c'entrano nulla tra di loro messi insieme. Impastando il tutto più e più volte però , vi assicuro, che quel bordello di suoni risulterà piacevole e scorrerà come un fiume in piena, ma tutto ciò dopo averlo ripassato a dovere.
[Marco Gattini]
7

Colossvs - Cleansed In Blood/Reborn In Sin


Se cercate quell'hardcore caotico sporcato da influenze black metal, allora cercate i Colossvs. Infatti il gruppo di Melbourne ci propone proprio ciò, senza troppi giri di parole: roba diretta che non può non tirare fuori la vostra parte più hardcore. Non mostrano tecnica particolare, non chiedono nulla, vogliono solo conquistarsi la loro fetta di pubblico ristretto a furia di tupa tupa, power chords ripetuti e soprattutto grazie anche a quella registrazione sporca che, oltre a farli di distinguere da buona parti dei gruppi hc del momento, dona al tutto atmosfere più oscure e malate. I riff saranno prettamente catchy e a volte quasi thash: vedi rimandi a riff di scuola slayeriana come in "Satan My Master", compresi i mini assoli che ho trovato veramente inquietanti, ma molto cool e al posto giusto come nella title track . La voce è la più classica che il genere possa richiedere, urla di rabbia, incazzate e mai che si perdono in growl o scream poco convinti. La durata complessiva (10 minuti circa) è maledettamente breve, ma per certi generi siamo abituati a vedere durate ancor più brevi, appunto per evitare il rischio di annoiare l'ascoltatore; anche se in questo caso, almeno 5/6 minuti in più li avrei sicuramente apprezzati.
[Marco Gattini]
6.5


Decomposed - Devouring


A due anni dal primo full i Decomposed svedesi (da non confondersi con i  Decomposed pilastro del Death Doom made in UK) tornano a farsi sentire con il secondo album Devouring. Le note dell'opener e titletrack fanno presagire che ci si trovi davanti a un classico disco di stampo svedese nello stile di Dismember/Entombed, ma andando avanti ci si rende facilmente conto come in realtà "Devouring" sia un disco più particolare. Molta dell'aggressività tipicamente svedese data dall'incalzare punkeggiante della batteria sembra limata in favore di un sound più lento e riflessivo alle volte ai limiti del Doom. Non per questo si debba pensare che i Decomposed non sappiano pestare, anzi quando ci si mettono è quasi difficile stargli dietro, ma il risultato non è più un Swedish puro, quanto più una versione incredibilmente incupita dello stesso, non aliena a passaggi dal sapore tragico. Le tinte un po' fosche dei Dismember di Death Metal potrebbero essere evocate, ma purtroppo la produzione del cd non è a quei livelli e il suono resta un po' troppo poco corposo. Si sa che il secondo album è il più difficile nella carriera di un artista: possiamo dire i Decomposed passano la prova ma in realtà resta più la voglia di capire dove andranno a parare i quattro svedesi.
[Giorgio Gubbiotti]
7

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YDBCN è un collettivo di persone disagiate che odia la musica
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