Epica - The Quantum Enigma


Devo ammettere che ho aspettato qualche giorno prima di scrivere questa recensione per avere il tempo di chiarirmi le idee su quello che veramente penso dell’ultimo cd degli Epica

“ The Quantum Enigma”. Escludendo qualche passaggio fastidioso con dei cori che ho trovato un po’ troppo “urlati” in due brani, oltre la notevole somiglianza tra le canzoni nei primi 28 minuti dell’album… penso che sia il disco più particolare mai realizzato dal gruppo olandese: presenta delle innovazioni - da tutti i punti di vista - nelle caratteristiche principali della loro musica che tanto li contraddistingue. “ The Quantum Enigma” si potrebbe dividere idealmente in due parti ed entrambe sono un susseguirsi di musiche orchestrali intervallate da altrepotenti corali e ritmiche dolci che spaziano dalle tematiche della musica celtica e medievale fino ad arrivare a melodie lontane ed orientali. Varie le riprese da pezzi precedenti ( per esempio alcuni passaggi di “Sancta Terra”, riscontrabili in “Omen” ), sapienti passaggi di batteria ed assoli di chitarra ben strutturati si intervallano tra le diverse canzoni creando dei ritmi, talvolta, davvero suggestivi; l’utilizzo dei cori multipli in stile “The Phantom Agony” caratterizzerà tutto il cd.


Alla posizione numero uno, a presentare l’Album, la track “ Originem”: un connubio di passaggi gregoriani che precedono l’entrata di un’orchestra di violini in un potente crescendo ritmico accompagnato da voci liriche. “The Second Stone” , alla posizione numero due, sembra la continuazione della melodia precedente e svela l’anima Symphonic metal che tanto caratterizza il gruppo con passaggi che ricordano“Fools of damnation”, il ritmo è essenzialmente semplice ma utilizzato con grande consapevolezza della band che lo esegue con comprovata esperienza. Alla numero tre un intro dolcissimo prelude ad uno scoppio di energia enfatizzato dalle corali e così sarà anche per “Unchain Utopia” sino al minuto 28; ed è qui che l’album musicalmente rallenta creando quasi una spaccatura tra una prima ed una seconda parte, quando la musica si discioglierà nella eterea dolcezza dei ritmi orientali associati a quel piccolo particolare celtico che enfatizzerà tutta la melodia di “The Fifth Guardian” per poi aprirsi su di un pezzo che porta il nome di “Chemical Insomnia” anche quest’ultimo una ripresa della melodia precendente. Ma non siamo ancora ai pezzi migliori, “Reverence – Living in the Heart” è uno dei pezzi più grandiosi che gli Epica abbiano mai realizzato, ad enfatizzarlo ulteriormente la presenza, stavolta più marcata, della meravigliosa voce di Simone Simons.



L’album è un alternarsi di musiche talvolta lente, talvolta potenti. Talvolta dolcissime altre volte aggressive. Il gruppo si è notevolmente migliorato in questi due anni e non è solo la loro tecnica e il loro modo di distinguersi dagli altri gruppi della scena Symphonic metal a fare di loro una band tanto amata, ma è anche grazie all’incredibile passione che ripongono all’interno della loro musica e che dopo anni di lavoro e di successi ancora si percepisce in tutti i loro pezzi. Ci sarebbe molto altro da dire su “The Quantum Enigma”; per esempio potrei parlarvi delle due principali tematiche dei testi che sono: la realtà come illusione dei sensi e il ciclo della vita e della morte nella condizione umana; o potrei scrivere della copertina dell’album creata da Stefan Heilemann, o ancora potrei illustrarvi alcuni brani che non ho menzionato; e invece vi dico: armatevi di cuffie e ascoltatelo!



Recensione scritta da Amy
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About Edoardo

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