Texas in July - Bloodwork

Chi nuota nel mondo del metalcore da anni, sarà sicuramente a conoscenza delle qualità artistiche e tecniche di un gruppo come i Texas in July. Band che dal lontano 2009, con l’esordio ‘I Am’ per mezzo della CI Records, si era messa in discussione per l’ottima qualità compositiva che metteva a disposizione. Nel 2011 arriva ‘One Reality’, ed è proprio con questa release, che i nostri diventano una realtà (titolo del cd casuale?!), nel genere targato –CORE. Melodie ricercate, parti vocali di alto livello e riff taglienti. Tutte sonorità che potevano soddisfare gli ascoltatori che nel Metalcore cercavano qualcosa di più innovativo. Solo dopo un anno i nostri ritornano, con l’omonimo ‘Texas in July’, purtroppo quasi un flop, molto deludente per chi come me, aspettava il cd della svolta da parte dei cinque metalhead della Pennsylvania. 2014, viene annunciato l’arrivo di una nuova release per TIJ, ‘Bloodwork’. Devo dire la verità, era molto ansioso per questo nuovo lavoro, ma le mie aspettattive sono state soddisfatte in pieno. ‘Bloodwork’ è violenza, groove, batteria chirurgica, breakdown spezza-testa, chitarre pesanti ma con parti melodiche brillanti, parti vocali sostenute e dure! Undici pezzi che segnano la svolta per i TIJ, che spezzano tranquillamente tutte le critiche precedenti che esistevano, soprattutto da parte mia, sul loro conto.

Adam Grey supera ancora una vota i suoi limiti, con una prova sempre più massiccia. Da segnalare l’entrata nella band, come nuovo vocalist da parte di J.T. Cavey, già conosciuto per le sue cover vocali sul tubo. Non potete aspettare altro, dovete assolutamente dare un ascolto, ma che dico, dovete esaurire il vostro pc, ma soprattutto la vostra testa (a furia di sbatterla al muro) con un pesante ascolto di queste nuove undici tracce messe a disposizione per gli ascoltatori –CORE più esigenti. Grande passo in avanti per la carriera di questi cinque ragazzoni Americani. Sono davvero entusiasta che si siano ripresi alla grande, ricordandosi delle loro capacità, e della ‘giovane’ musica che possono sfornare, rendendola sempre interessante. Dote che metà delle band metalcore in circolazione si sogna.

Marcello Mazza 4/5

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