Recensione: Adamas - Heavy Thoughts "Pensieri pesanti..."


Eavi Thof...
IVI THOF
EAVI THAFS
EVI THOUFS
boh..come si pronunci il cd non lo so, ma ascoltare, l'ho ascoltato.
Gli Adamas sono una band umbra ed è l'unica band heavy metal del mondo che come una città è gemellata ad altre band.

BANDS GEMELLATE: - Firbholg (Umbria) - Ibridoma (Marche) - Steel Crow (Umbria) - Hot Rod (Sicilia) - Zombie Scars (Arezzo) - Sirocco - (Ireland) - Three Fold Pain (Grecia)

Quello che fanno è unire il Thrash ottantiano con il groove dei Pantera e qualche cosa melodica più """progressive""" non ben definita. Metto la time machine e mi catapulto nel 1999 per rendere attuale il cd.
La produzione è il vero punto debole di tutto l'album poichè come una burla lo strumento che sovrasta tutto è il basso, l'antitesi di ogni cd metal. Le chitarre sono fine, scarne, plasticose e totalmente distanti dall'ascoltatore, sono un riempitivo e non danno il minimo slancio ai riff. La batteria stessa suona secca e non ingrandisce per niente il suono complessivo dell'album troppo freddo, glaciale e come detto "plasticoso". Unendo questo ad un sound retrò il mix è mortale.
Purtroppo questo uccide anche canzoni degne di nota come Morphine e Wipe-Out.
Suonando con quelle scale orientali tipiche , per dire, dei Mortal Sin il gruppo vorrebbe porre dei propri tredamarks sul genere riuscendoci solo in parte. "In Bond-Age" è un semi plagio a Wherever I May Roam ed il singolo scelto in apertura del cd e come brano per il video-lancio è a mio modo di vedere il peggiore del cd, non solo per la presenza spettrale di Blaze Bayley.
Gli "Adams" si sentono spesso costretti ad intuire un riff ed a farlo regredire per, credo, esigenze del chitarrista cantante che non può ovviamente fare i Necrophagist e cantarci sopra e quindi spesso e volentieri quella che è una bella melodia viene spezzettata da delle terzine e delle sestine scontate come il detersivo al PAM.
Ci sono frammenti di coraggio ed X factor sparsi per Heavy Thoughts ma lontani dal formare un vero mosaico ed una opera d'arte catafratta come lo stesso Diprè cita all'interno dell'album.


Recensore: Edoardo Del Principe



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