NUKE FEST VOL.1: Big 4 - Hardcore Edition


Sia santificata Bologna, sia benedetto il locale Zona Roveri: IL concerto Hardcore per eccellenza ha visto finalmente l'Italia. Di meglio non si poteva chiedere dato che le realtà dell'HC melodico più promettenti e che stanno riscuotendo più successo, ho avuto la fortuna di beccarmele tutte in una sola serata. Oltre i 4 gruppi grossi della locandina, ci siamo scaldati con altre realtà dell'Hardcore, questa volta Nostrane eccezion fatta per i Meet The Storm, che hanno saputo ben anticipare i pezzi da 90.
Ad aprire le danze abbiamo gli Slander, gruppo molto cazzone e che vuole far casino (come più volte detto da loro) che ha presentato i pezzi dell'ep uscito lo scorso anno: esecuzione breve ma intensa, dove il bassista ha cercato di caricare gli animi con bestemmie e frasi molto dirette, peccato però che ancora c'erano solo quattro gatti sotto al palco. Subito dopo vediamo apparire gli olandesi Meet The Storm, forse una delle sorprese più interessanti della serata, che ci deliziano con un punkrock/hardcore veramente molto catchy e divertente, anche se il loro finale con il cantante che si butta in mezzo alla folla, togliendosi la maglia mentre fa gesta da pezzo epico, non l'ho ben capito: per il resto veramente fighi. E come ultima special guests abbiamo gli italianissimi The End At The Beginning che hanno presentato alcuni pezzi del disco appena uscito "Appearances", ma che probabilmente sono stati la band più off topic della serata, dato che il loro metalcore pieno zeppo di breakdown non ha saputo esaltare come forse ci si aspettava, la grossa fetta di pubblico che nel frattempo si era creata, eccezione fatta per quando i bolognesi hanno fatto "Your Home, My Rules", dove il ritornello in pulito cantato dal chitarrista ha fatto venire i brividi almeno ad un quarto di pubblico; ma ciò non basta per segnare una prestazione da ricordare. Peccato perché la capacità di stare sul palco e le doti tecniche dei componenti non possono non sottolinearsi, fatto sta che i Nostri rischiano di finire nel baratro del metalcore più riciclato da quello che ho sentito. Dopo quest'ultima performance, i successivi Polar, si son fatti attendere non poco ma alla fine devo dire che ne è valsa la pena; infatti come era abbastanza previsto, da qui in poi i gruppi hanno sempre di più esaltato e aumentato la folla fino ai primi accenni di pogo ed è aumentata in maniera spropositata l'attesa da una band all'altra. I successivi Counterparts, mi hanno lasciato di sasso con prestazione vocale e strumentale veramente da panico! E devo dire che i due chitarristi asiatici alle chitarre sanno il fatto loro. L'attesa per gli Hundredth è stata illegale (come per i BAAO) ma rivederli per la seconda volta, in questo caso come headliner ha stravolto completamente tutto. Prestazione di Chadwick mostruosa, da perdere il fiato, e senza pensarci due volte pure lui è venuto a trovarci immergendosi nella folla con tanto di security a proteggerlo; ricevendo pacche sulla spalla e abbracci totalmente meritati. Gli altri big della serata, i Being As An Ocean dopo aver eseguito l'entrata più figa della storia, sono partiti immediatamente eseguendo ovviamente i pezzi di "Dear G-D...". Partenza molto carica e adrenalinica quella dei californiani, condita dagli ormai celebri riff di chitarra che ci hanno portato ad amare questa band. Tutto perfetto, fino a quando non parte il riffettino in pulito con subito batteria, chitarra distorta e vocal che accompagnano: sì avete capito, parlo di "The Hardest Part...". Eseguita ad opera d'arte, con il ritornello da pelle d'oca in cui il grande Joel ha gettato il microfono in mezzo alla folla tenendolo per il cavo, proprio come un pescatore che getta l'amo in acqua e noi presenti subito siamo stati "catturati", cantando a squarciagola le noti frasi. Momenti veramente epici e toccanti che porterò con me per tutta la vita. A seguire parte "This Loneliness Won't Be The Death Of Me" altra canzone che non ha certo risparmiato momenti da sogno, grazie anche allo spettacolare riff ad aprire ed a chiudere. Con "Salute e Vita" si conclude lo show dei californiani BAAO, o così tutti pensavamo. Infatti rimasto il solo Tyler indaffarato a staccare i vari jack e pedali, il pubblico presente, non era sazio e neanche io lo ero più di tanto, dato che invece che ringraziare e far capire che lo show era finito come avevano fatto tutte le band fin'ora, se ne sono semplicemente andati lasciando tutti di stucco. Così si metterono tutti, ma dico proprio TUTTI (probabilmente anche i baristi e la ragazza che gestiva il guardaroba) a urlare "One more song, one more song!" e dopo averlo fatto per circa 5 minuti, quando ormai anche il più convinto si stava rendendo conto che questi se ne son belli che andati, ecco riapparire dal nulla Joel che con la faccia visibilmente dispiaciuta ci dice, dato che abbiamo cambiato due componenti da poco, i nuovi entrati ancora non sanno tutti i pezzi della scaletta. Neanche il tempo di farlo finire di parlare, che uno dal pubblico urla "The Hardest Part, The Hardest Part!" - Joel si butta in mezzo alla folla con tanto di security ad incorniciarlo, il resto della line-up riappare magicamente e la danze ripartono! Beh devo dire che sentire quel pezzo live è già stata un'emozione e una carica pazzesca, ma NON avrei mai creduto di poterla risentire con Joel che mi stava a neanche un metro e cantare il glorioso ritornello mentre lui mi porge il microfono davanti. Roba che se non la provi non ci credi.
Appena terminata, il frontman Joel è rimasto in mezzo a noi per abbracci e foto ricordo.
Il bello di questi concerti è che non ci sono distanze tra te ed il musicista, puoi tranquillamente abbracciarlo, farci una foto o una chiacchierata senza che esso abbia due bodyguard attaccati al culo.
Da solottolineare infine, i mitici Slander che hanno regalato a me ed al mio amico una quantità industriale di adesivi e free-download.
Viva l'Hardcore, Viva l'Underground.
[Marco Gattini]

Gli eroi della serata:



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YDBCN è un collettivo di persone disagiate che odia la musica
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