don't I love deathcore, ya?
Yes, i'm here again to talk about this genre. Aside some good albums by the same band I found only few good albums in the last years. Some people are now hating Deathcore for its stereotypes like massive breakdowns and a lot of non-sense growling vocals. I'm sorry for you but this album is between the good and the evil. Martyr Defiled are back 4 years later the last album, so, this is a good things in a world full of releases every 2 years but "No Hope No Morality" is not good as you can imagine.
The 1st track "LVCIFER" have a solid riffing but sometimes predictable, also have some little nice solos to break the atmosphere with something of more powerful. Vocals are not so predictable as the riffing, often we heard cool part and a lot of memorizable pieces, a good work in this kind of view.
Track N°2 is "Demons in the Mist" and is the best of the whole album. Guitarists give to us a good performance and we can heard a truly inspiration from the various rythims changes! Few breakdowns but well done, this is what we need to listen to a good Deathcore song.
Two songs can describe quite good how i'm disappoited about some choise in this album. "No Hope" is a little masterpice rich of cool strategies and "Neverender" is one of the worst thing I ever head about this genre. I lose some minutes of my life to listen to all of this no-sense-guitar-working. I don't understand what kind of drugs they eaten to compose in the same album masterpieces....and pieces of s**t.
Unfortunately from 2 or 3 months we would have already forget this album, and is a big regreat because these guys put into "No Hope No Morality" a lot of cool ideas and their heart, of course, but is not enough to let the album remembered on time...
Ugly songs are more than good ones but if you need to do a nice compilation about the latest deathcore releases there are 2,3 tracks to put into it!
Sì, sono ancora qui a parlarvi di un album di questo genere che a parte alcuni gruppi che continuano a produrre materiale di qualità eccelsa, si ritrova sommerso da band che si fanno odiare dal panorama odierno abusando di breakdown, vocalizzi quasi sempre piatti e senza emozione. Purtroppo per voi (o almeno per me) il disco in questione si colloca nel mezzo tra queste due categorie di gruppi che vi ho elencato poco sopra. I Martyr Defiled tornano alla ribalta quest'anno con il loro disco "No Hope No Morality". Dopo quattro anni dal loro ultimo full-lenght il quartetto inglese propone questo disco che come ho già detto non mi ha ne entusiasmato ne fatto ribrezzo. Per farvi capire bene cosa intendo, questa volta non faccio un'analisi del lavoro dei singoli componenti ma bensì mi dilungherò nel descrivere le tracce più importanti, perché ogni brano ha lati da elogiare e lati da dimenticare totalmente.
La prima traccia è "LVCIFER" che propone un riffing a tratti banale e moscio e a tratti piacevole, specialmente nei piccoli assoli che condiscono il tutto; per il resto questa canzone è basata su due riff e qualche breakdown, che per un gruppo deathcore non è una buona scelta. Qui però troviamo la voce che riesce a dare metriche ricercate e allo stesso tempo molto orecchiabili, non per nulla questa credo sia la traccia migliore dal punto di vista della voce.
La traccia numero due "Demons in the Mist" è quella dal punto di vista chitarristico (e non solo) meglio riuscita secondo me dato che viene proposto un guitar work variopinto che riesce a non annoiare per nula, e dato che quei pochi e brevi breakdown presenti non risultano fuori luogo possiamo decretare tranquillamente che questa sia la traccia migliore del disco.
Due tracce che riescono a definire bene il mio stato di disappunto riguardo questo disco sono "No hope" e la seguente "Neverender"; la prima delle due infatti è quasi un capolavoro per me, stupendo sotto ogni punto di vista , non c'è nulla che mi deluda, nemmeno la parte vocale che è la cosa che più mi è rimasta sullo stomaco di tutto questo disco; la seconda invece, "Neverender" è un conglomerato di piattume dal punto di vista chitarristico correlato a parti vocali quasi banali e che per me non si legano in nessun modo con il resto del lavoro, soprattutto nella parte attorno ai 3 minuti dove il cantante cerca di esordire in uno yelling molto casuale.
Tirando le somme, questo disco come ho già detto per me è uno tra i tanti lasciti dimenticabili di questo 2014. Quindi diciamo che la sufficienza il gruppo se la merita da me per la parte "seria" di questo disco, però non posso andare molto oltre perché ho trovato davvero tante pecche, forse anche troppe.
Andrea Facchinello
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