After a few demos and splits, released to buy some time, the international two men band, turkish and mexican, release they first album, named "Unholy master".
Sacrocurse's guys propose us an old-school death metal, filled with a lot of old-school black influences, 30 minutes of blast beat, tremolo picking and a voice that clearly takes its inspiration from the 90's first black metal albums, with a raw production. Also, we can find that the riffs have a "groovy" sound that recall a death metal sound, and they are also easier to listen. Then, I don't know if you must listen to this album a lot of times or you must be familiar with the genre, but the messy solos and the FAST blast beat gave me an headache.
There is no much difference from a song to another one. The only tracks that are special are the title track, that represents death metal's standars, "All Existence Perish" which is an extremly rageful track with the most ass-kicking solo and, finally, "Sulphur Blessing" thanks to its groovy riff that makes the song catchy enough to understand it. The remaining 7 songs just increase album's lenght, because have nothing special: same riffs and always the same blast beat: so boring! Also, there's a thing that annoyed me so much: guitars' gain. It is way too much. Okay, it's black metal, but this doesn't mean that it must be exaggerated. And the logo, to me, totally looks like Marduk's one.
So, Sacrocurse must understand that play Black metal does not mean maximium gain, blast beat for 30 minutes and scream on the microphone. C'mon guys, try again. [Translated by Lorenzo Naturale]
Dopo aver temporeggiato con diversi demo e split, ecco che il duo internazionale, più precisamente messicano e turco, rilascia l'album di debutto "Unholier Master".
Neanche a dirlo i Sacrocurse ci propongono in questo full un old school death metal pieno zeppo di influenze old school black, insomma i Nostri si ispirano al passato senza nasconderlo. Oltre 30 minuti di blast beat, tremolo picking e voce che rimanda chiaramente ai primi lavori black metal anni '90, con quella produzione sporca, grezza che non vuole essere ne amata ne odiata. Oltre ciò però percepiamo senza grosse difficoltà dei riff più grovettosi che richiamano delle linee più death e guarda caso esse sono più facili da assimilare; non so se sia una questione di ascolti o che devi semplicemente ingerire questa roba tutti i giorni, fatto sta che a me certe parti alquanto confusionarie, vedi gli assoli incasinati fino all'osso con il blast che raggiunge velocità agghiaccianti, hanno provocato un mal di testa certamente eludibile.
Per quanto riguarda le canzoni, beh non abbiamo tutta questa distinzione da un pezzo ad un altro, ma nonostante ciò sottolineerei i più apprezzabili, ovvero la title track che forse è quello che si attiene più alle partiture death, "All Existence Perish" veramente incazzatissimo con l'assolo più comprensibile dell'intero full e "Sulphur Blessing" grazie al suo riff molto groove che fa risultare il pezzo catchy quanto basta per essere compreso. I rimanenti 7 pezzi hanno lo scopo di allungare la durata e null'altro per quanto mi riguarda, dato che risentiamo più e più volte le stesse linee, gli stessi riff e lo stesso ridontante blast all'infinito: e che palle!
Neanche parlare dell'artwork, dato che alla fine l'originalità sparirebbe per ogni gruppo simile che si ispiri a tale genere, ma il logo mi ricorda troppo quello dei Marduk.
Tornando a parlare del disco, la cosa che mi ha infastidito fin da subito è l'elevatissimo livello di gain che presentano le chitarre, ok che è black metal, ma un dosaggio migliore avrebbe senza dubbio favorito l'ascolto di esso.
Per fare black metal non basta alzare la distorsione delle chitarre al massimo, fare blast beat per 30 minuti e urlare a squarciagola su un microfono. Cari Sacrocurse, prendete appunti e riprovate.
Marco Gattini
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