Prima cosa:
Chiamare un gruppo “Epiphany from the Abyss” significa volersi davvero male.
Seconda cosa:
Questo “The Emptiness of all Things” è la cosa di più difficile ascolto nel mondo del -core dai tempi di Incurso degli Spawn of Possession o Anxiety degli Acheode.
Come di mio solito mi limito a descrivere il lavoro dei singoli componenti per poi darvi una mia opinione personale sull'opera.
Partendo dal guitar work (che credo sia il punto più disturbante di tutto l'album) non posso far altro che paragonarlo agli album già citati, qua siamo davanti a un tech death che rasenta i limiti dell'ascoltabilità per i tre quarti della durata del disco. Tracce come “Biopsychological Enslavement” vi terranno senza fiato per tutta la loro lunghezza. Insomma qui abbiamo a che fare con un guitar work che cerca di essere rapido ed indolore ma risulta oltremodo soffocante.
Basso e batteria compongono un comparto ritmico che regge perfettamente ciò che è stato costruito dai due chitarristi, limitandosi a seguire la linea seguita dai suddetti aggiungendo qualcosa di più in tracce come “Extinctionists” che rimane l'unica traccia che riesco ad ascoltare senza avvertire quell'aura di soffocamento che aleggia per tutto il disco.
L'unico punto che mi da soddisfazione di questo disco è la voce. Mathieu riesce a creare una linea vocale davvero interessante che si distribuisce in un range davvero ampio e vario.
Quindi tirando le somme questo disco non merita la sufficienza dato che i punti a favore sono pochi, e devo dire che la produzione zanzarosa penalizza altamente l'intero prodotto.
Band come Archspire, e i già citati Acheode riescono ad interessarmi molto e riescono a farsi ascoltare da orecchie come le mie ma questo “The Emptiness of all Things” va oltre il limite che riesco a impormi e risulta oltremodo cacofonico in senso purtroppo negativo.
Andrea Facchinello
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