“Intrinsic”, secondo full-lenght della band, apportava importanti modifiche al loro sound, abbracciando lidi più sperimentali e puramente progressive seppur mantenendo quell’aura deathcore che caratterizzava i primi lavori.
Con la loro ultima fatica “Language”, il tutto diventa più sperimentale, etereo ma al contempo molto palpabile. L’uscita del grande vocalist Jonathan Carpenter e l’entrata di Micheal Lessard non ha influito minimamente sul lavoro vocale del disco che rimane sempre su ottimi livelli. Per quanto riguarda il comparto strumentale, “Language” è indiscutibilmente l’apice creativo della band con una maestria e una prestanza musicale che incarna perfettamente il concetto di progressive, con la risultante di un album scritto in maniera elegante e impeccabile.
I The Contortionist sono una delle poche band insieme ai Tesseract che riesce a capire bene il concetto di riff: lo destrutturano e lo modellano a loro piacimento presentantoci riff assolutamente originali,intricati e a tratti cervellotici (ad esempio l’intro di “Language II:Conspire”).
Senza nessuna ombra di dubbio, ”Language” va ascoltato come un'unica concezione musicale in quanto tutto il disco è legato da indissolubili e continue atmosfere, pregne di splendide melodie che fanno risaltare la classe di questa band che ormai risulta sinonimo di garanzia. Difficile dire se questo album sia il migliore della band: sia Exoplanet che Intrinsic sono album spettacolari, che con Language, formano una tripletta di tutto rispetto e, che lo vogliate o no, finisce immediatamente nella lista dei migliori dischi dell’anno.
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