Immergersi in un buio cupo e totale, giungere sull’orlo della disperazione, affrontare un attacco di panico feroce, riuscire ad insidiarsi in uno stato mentale apparentemente appagato da una totale assenza di luce, correre per campi in cui una psiche debilitata reagirebbe per pochi secondi, per poi dissolversi, annullarsi, rimanendo stordita. Non ci sono scappatoie, nessuna speranza di soccorso, bisogna solamente arrendersi ad una violenza passiva, subire degli impulsi oscuri e subliminali senza opporre alcuna resistenza, proprio come se ci avesse logorati una brutale tempesta in pieno flusso. Una tempesta di hardcore estenuante, massiccio, amalgamato ad un suono distorto e sinistro delle chitarre, in piena chiave Black. Un suono che ci trasporta in modo immediato in terreni macabri e mesti, quasi come se provasse empatia. Un suono così greve quanto ammaliante, un suono che ci rende totalmente riconoscenti al culto della musica tetra e caotica che ci offrono i Tempest. Trentacinque minuti di disperazione elettrizzante uniti ad istanti di pura malinconia. Trentacinque minuti capaci di colmare l’attesa di cinque anni di silenzio dall’ultimo ed esorbitante ‘Passages’. Otto tracce dall’impatto emotivo pressante, claustrofobico e irrazionale. I canadesi sono riusciti a costruirsi un’icona nell’underground con arroganza e determinazione. Il loro post-hardcore nervoso, è un marchio di fabbrica inconfondibile. Non perdetevi la miglior release dell’anno!
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