Come ultimo colpo di coda del 2013, i Being mi hanno regalato “Anthropocene”.Passato in sordina per molti,per me il debut della band di Orlando, è senza dubbio uno dei migliori album dell’anno passato.
“Anthropocene” è un concept album basato sull’uomo e sulla sua evoluzione, spaziando dal microcosmo al macrocosmo,immerso in una miscela di prog metal,djent e linee vocali pulite estremamente melodiche.
L’album ha avuto una gestazione lunga e non poco travagliata.Sin dal 2010,la band ha iniziato a concepire il disco, immettendo nel web numerose demo con lo scopo di rendere una vaga idea di quel che sarebbe stato l’elaborato finale. Quasi 3 anni di lavoro hanno inciso notevolmente a favore sia in termini di produzione che in termini di songwriting:”Anthropocene” è brillante, cosmico e vitale.
In tutto l’album ogni minimo passaggio, riff o melodia che sia è minuziosamente curato e tirato a lucido.
Misha Mansoor (Periphery) ha dato una mano sia nella produzione che nela fasi iniziali del songwriting riservandosi anche un posto come guest nella prima traccia del’album: Cosmonaut. Da segnalare anche Spencer Sotelo in “Air Atlantic” e tante altre guest militanti nei Vestascension e An Obscure Signal.
Quel che rende “Anthropocene” speciale, è impossibile da comprendere con un solo ascolto.Il punto forza dell’album è la semplicità. Il disco porta avanti per tutta la sua durata un'unica idea compositiva.Con più ascolti l’album si “spoglia”, togliendo via ogni minima idea che possa ricondurre alla complessità musicale,risparmiandosi in assoli inutilmente arzigogolati e ritmiche pesantemente strutturate e inconcludenti,non mancando tuttavia in momenti in cui le reali potenzialità della band vengono prepotentemente alla luce. La proposta musicale dei Being è piacevolmente familiare ma anche estremamente fresca e funzionale: il disco sembra essere un concentrato del migliore progressive e djent che abbia visto la luce negli ultimi anni.
Le linee vocali di Casprin Haruna sono quasi sicuramente l’elemento portante
dell’album. L’unico cavillo a cui si aggrappa il mio giudizio su di esse, è la
loro produzione.Esse infatti,nonostante abbiano dalla loro il fatto di essere
molto dinamiche e originali,risultano essere curiosamente troppo ben eseguite. Ciò
fa intuire che abbiano avuto un qualche piccolo aiuto in sede di produzione,ma
se questo è il prezzo da pagare per ascoltare tracce come
“Cosmonaut”,”Mindflay”,”A Part,Apart” o “Sorrow”,ben venga questo suddetto
“aiuto”.E’ incredibile come I Being siano semi-sconosciuti perché riuscire ad ascoltare
album sottovalutati come il loro debut, fa chiedere perché accanto a nomi come
TesseracT, Periphery e Vildhjarta non vengano nominati anche loro. Per me
“Anthropocene” è stato ed è ancora una spettacolare sorpresa che si rinnova ad ogni
ascolto, facendo cogliere nuove sfumature che vanno ad arricchire un disco già
di per sé estremamente ricco e ben eseguito. Fatevi avanti quindi: perdersi i Being significa perdere una di quelle pochissime band che in mezzo alla perenne mediocrità degli ultimi anni, riesce ad elevarsi in maniera consapevole e capace.
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