Alcune volte ascoltando certi album, non posso minimamente immaginare che c'è gente che oltre ad averla scritta, l'ha registrata e cosa ancora più terribile, resa pubblica. Quelle "volte" ritornano, sotto diverse vesti e questa è la volta dei Stormhold: gruppo bielorusso all'esordio con questo "Eyes In The Eyes", un ep autoprodotto che propone (o almeno ci prova) melodic death metal molto contaminato da spunti sinfonici ed atmosfere epiche. Già da questa introduzione non sarei più di tanto curioso di concedergli 15 preziosissimi minuti, ma dato che mi hanno chiesto una recensione, la recensione avranno. Una delle peggiori produzione che non si sentivano da anni, per un disco uscito appena l'anno scorso un sound così scarno e confusionario non può essere tollerato. Ma le noti dolenti non si fermano ad una produzione di scarso livello, affatto. L'abuso della leva stile Kerry King mentre si eseguono gli assoli, o meglio definibili accozzaglie di note non troppo in sintonia tra loro, ti fa pensare che il sestetto sia rimasto ancora agli anni '80, per non parlare degli innesti sinfonici che servono solo a creare più confusione e non migliorano le cose. Non per citare nessun brano, ma l'intro di "The History Pages" è praticamente uguale a quello di Freezing Moon dei Mayhem (sempre per tornare indietro con gli anni). A parte questa "piccola" scopiazzata, anche il resto non risulta per nulla originale, oltre ad avere una qualità sotto tutti i punti di vista da rivedere. Per cui gli elementi per dire che è un pessimo inizio purtroppo per il sestetto bielorusso, ci sono e si fanno sentire. Nulla da cui ripartire, ma assolutamente tutto da rivedere.
[Marco Gattini]

Traumatomy: ennesima band gore/grind/slam estremamente brutale da risultare noiosa e ripetitiva. Solitamente questi generi provenienti dal Giappone non li disgusto, ma in questo "Beneficial Amputation Excess Limbs" li ho trovati semplicemente privi di significato e messi a caso tanto per raggiungere una durata per formare un ep (che poi 20 e passa minuti, visto il genere, potrebbero essere sufficienti pure per un full-length a mio modo di vedere) . Essendomi ascoltato i Raped By Pigs ed i Katalepsy prima, l'ascolto di questo ep è stato un trauma. Guttural e palm-muting con armonici, potrei descriverlo senza esitazione; è slam cosa pretendevi? - mi direte voi e rispondo subito dicendo, ok che è slam putrido e che non vuole essere ne amato ne giudicato, ma alcuni spunti più interessanti me li sarei aspettati: ci sono parti dove le canzoni potrebbero decollare, invece che rimanere sempre fisse e statiche. I riff catchy non mancano, il problema è come sono messi, dove e per quanto vengono abusati. La title track è forse l'episodio più determinante, il resto è un ammasso di merda putrefatta resa allo stato musicale. Merda che resta tale però, dato che in questo campo si usa spesso questa parola per descrivere delle buone canzoni, quindi non fraintendetemi. Ci sono giapponesi in gamba che copiano intelligentemente gli americani in maniera onesta e ci sono giapponesi come i "Traumatomy" che copiano e basta, per di più male.
[Marco Gattini]
Morbus Chron - Sweven
ENNE O.
Io vi ho voluti bene con un debutto sulla falsa riga dei primissimi Pestilence e anche l'Ep dopo è stato carino ma questa roba non la sopporto. Capisco voler essere personali e tentare di fare qualcosa di nuova ma c'è un limite nel mettere il progressive nel Death Metal, gli stessi Opeth nonostante composizioni prolisse hanno sempre dosato bene le parti, qua invece si sente una forte inesperienza nel manovrare il timone del gruppo. Se a tratti pare che i cambi di tempo, il Death Metal epico e atmosferico possano funzionare ogni tanto la band preme l'interruttore su off e partono con suite progressive spente e lente, una vera barbaria nei confronti del buon lavoro fatto. L'incedere più heavy metal classico di certi tratti potrebbe funzionare se non rilegasse il cantato a brevi attimi, l'85% del cd non è cantato. Tanto vale allora non mettercelo proprio e partire con una nuova idea di genere. Se avessero mai cercato di fare una cosa simile agli Hooded Menance beh, cazzo, fermiamoli subito!
Il cd non funziona, per quanto mi riguarda è proprio un tonfo nell'acqua, una caduta di faccia sul cemento rovente, si è sbagliato il modus operandi che pur di rendere un cd particolare lo si è immerso un liquido amniotico che ha fatto regredire il gruppo di diversi passi rispetto gli ottimi risultati precedentemente raccolti. Spero il gruppo non si bruci ulteriormente e ritrovi una via per conciliare la loro bravura ed il loro estro musicale sicuramente non secondario a nessuno ma al 40esimo arpeggino in clean che stoppa tutto, i coglioni, scusate la finezza, toccano terra
[Edoardo Del Principe]
Morfin - Inoculation
Album d'esordio non entusiasmante per i californiani Morfin. Con Inoculation il combo americano propone un Death di stampo floridiano piuttosto convenzionale, con tutti gli stilemmi del genere ben presenti (riff chiusi, stacchi di basso, cambi di tempo). Quello che non convince appieno è il songwriting tentente al ripetivo con lunghe parti strumentali non troppo incisive. Il bagaglio tecnico è buono come per chiunque voglia suonare Death Metal all'americana, ma da solo non basta a reggere appieno i pezzi e quando i quattro non sanno che far la buttano un po' sul groove, ma anche lì non colpiscono troppo a fondo. Il disco migliora un po' andando avanti (a parte l'incomprensibile strumentale Primordial che difficilmente trova collocazione nel disco) e l'opener Evil Within risulta una scelta particolarmente infelice, ma non c'è da comunque da gridare al capolavoro: i pezzi successivi sebbene più ispirati mantengono le lungaggini di quelli iniziali. La cover finale di Leprosy dei Death non aggiunge e non toglie niente all'originale è un buon esercizio di stile e ci ricorda come dovrebbe effettivamente essere il Death Metal floridiano. Potete fare di meglio ragazzi!
[Giorgio Gubbiotti]
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