At the Gates - At War With Reality


Solo, minimamente, giustificare questa uscita è stata una cosa che non solo mi ha sorpreso ma mi ha fatto capire molte cose.
Deve essere stata la sicurezza di aver scritto qualcosa di importante, deve essere stato per forza questo il motore che li ha spinti a pubblicare At War With Reality.
Gli At The Gates hanno segnato un prima ed un dopo con Slaughter Of The Soul ed immaginare dopo 20 anni un "dopo" anche per loro sembrava impossibile. Alla luce però di quanto reperito in questa fatica non posso non esimermi dal commentare questo album come il più maturo, completo ed articolato della loro carriera, possibilmente il migliore.

Non è un album che si concede facilmente, tutt'altro, sono dovuti passare molti ascolti per assimilare i passaggi e le ritmiche vocali, tutte le armonizzazioni ed i pattern di batteria, nonostante le canzoni non durino 8 minuti c'è molto da ascoltare e da scoprire. E' stato fatto un lavoro certosino per utilizzare 4 chitarre alla volta nel migliore dei modi creando un muro che se pur non si ponga su ritmi più turbolenti riesce a dare delle "Chop" stile Big Show ad ogni traccia.

Quello che manca in modo oggettivo sono più tracce come "Death And The Labyrinth" ma la linea del cd è stata impostata per favorire dei Mid Tempo e tutti i ricciolini, fraseggi ed arpeggi, passaggi e fronzoli di cui il cd è straricco. Sono At The Gates maturi e saggi, The Conspiracy Of The Blind possiede un ritornello stupendo, cose che solo gli Svedesi potrebbero fare.
I giochi armonici su The Book Of Sand (The Abomination) e la finale The Night Eternal fanno piangere dalla bellezza, c'è proprio un gusto nel fare le cose che quel figlio di sua madre di Anders ti butta in faccia così, come se fosse naturale e semplicissimo, lasciandoti di merda.
Quest'album è una dimostrazione di strapotenza che se pur passerà molto sottotono perchè non ha l'appeal e l'impatto di SOFS, spero rimanga come il segnale inequivocabile di una superiorità manifesta. Tale superiorità evidenziata solo in parte nei primi cd della band. Il sound abrasivo, le chitarre sabbiose, la batteria pomposa e Lindberg stesso con il suo tono, i suoi testi e le sue metriche di una intelligenza extraterrestre sono cose che non puoi acquisire tutto d'un tratto. Questo cd è il coronamento di una carriera onesta, pura, senza troppe menate commerciali o salti nel vuoto nella moda del momento.
Gli At The Gates sono un credo ed hanno dimostrato di poter essere loro stessi nel 2014 e rimanere comunque attuali, cosa della quale penso nessuno abbia mai dubitato.



Edoardo Del Principe 5/5


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