Electric Wizard, dopo quattro anni il quartetto inglese di Dorset torna a farsi sentire.
"Time to Die" è il titolo del loro nuovo album e oggi ci addentreremo nelle viscere dell'ultima fatica.
Fare una presentazione su chi ha scritto le linee guida di un genere, o meglio, di uno dei modi per fare Doom è quasi superfluo, quindi parliamo di cose concrete.
Affrontare Time To Die significa svincolarsi dai classici metri di giudizio, non siamo in un ambito dove contano i tecnicismi o la velocità, infatti quando ascoltiamo gli Electric Wizard dobbiamo aspettarci un guitar work ripetitivo quasi all'inverosimile, magnamatico e magnetico, sorretto da una batteria pungente e litanie oscure. Cose che proprio la band Inglese ha insegnato al mondo come fare.
Ascoltando anche solo i primi due brani del disco abbiamo un grandangolo su quello che la band vuole dire ed esprime mettendo sul piatto tutta la loro personalità senza timore di sembrare obsoleta. Qui siamo di fronte a un disco da più di un ora dove durante tutto il percorso musicale non fa altro che marcare ancora più ardentemente i trademarks caratteristici del gruppo. Una presa di posizione e di potere che si sposa con l'inamovibilità culturale che rappresentano, un modus operandi ed una forma mentis allo stesso tempo. E' per questo che se pur può risultare superfluo ribadire un concetto è allo stesso tempo essenziale delineare la linea guida tra passato e presente.
Gli Eletric Wizard sono un faro nell'oscurità, o l'oscurità in mezzo alla luce. Decidete voi.
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