E che Cristo...Non ci stanno più le soddisfazioni di una volta. Ai Cavaleras non puoi dire un cazzo perchè quando ci si mettono, almeno per quanto mi riguarda, hanno sempre sfornato roba buona, anzi, sono in crescendo. Dopo un primo discreto Inflikted arriva Blunt Force Trauma dove nonostante le strutture da terza elementare e testi da quinta riesce con una dozzina di riff spezza collo ad inanellare almeno 5-6 tracce a dir poco clamorose. Robe che live mietono vittime di secondo in secondo.
Uno poi vede questa cover e pensa "ma andate a vendere il cocco sulle spiagge". Dopo aver sentito Pandemonium ci andrete voi.
Buttato via il groove assassino, i breakdown apocalittici e la melodia del precedente album i Cavaleras si buttano in un thrash death ancora più ribassato come accordatura, growl cupo e tupa-tupa infernali. Un'album esplosivo che ti impedisce di ascoltare altro solo grazie alla frenesia delle tracce, a qualche chorus azzeccato ed una produzione zozza, ruvida e malvagia in pieno stile "Schizophrenia".
Se è vero che le prime due tracce sono oggettivamente le migliori dell'album è vero però che tutte le tracce seguenti si attestano comunque su standard ben più che sufficienti con Not Losing The Edge e Cramunhao a strappare qualche punticino in più.
Un album che verrà sicuramente apprezzato in modo più caloroso da chi vuole sentire più "Sep" e meno "Spiracy". Marc Rizzo viene frenato nella sua mania virtuosistica a favore di passaggi e lead più curate, spesso atmosferiche e funzionali, solo in rari casi gli viene data la possibilità di nuclearizzare l'ascoltatore con i suoi soli frenetici.
Io non ci volevo credere ma invece la storia è questa. Chapeau fratelli Cavalera.
Mai giudicare un libro dalla copertina
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