In primo piano va sottolineata la
natura del disco, che non si limita alla violenza solamente dal punto
di vista sonoro con accordature abissali e growl spaventosi, ma il
tutto viene infatti completato dall'alternanza di canzoni più
incalzanti ad alcune più lente e oserei dire “Prepotenti” oltre
che possenti; questa alternanza, resa perfettamente nelle canzoni da
“A common demon” a “Dissociated” contribuisce a creare
l'atmosfera davvero cupa e di tensione che si può percepire durante
la mezz'ora di ascolto. Altro fattore che contribuisce a pieno nel
creare questo clima di tensione sono gli intermezzi tra alcune
canzoni che tra suoni di guerriglia e discorsi di guerra mettono
l'ascoltatore in uno stato di ansia totale. Nulla da dire sul lavoro
dei singoli membri se non che il cantante Tyler propone una timbrica
davvero adatta al genere o perlomeno alla base strumentale devastante
creata dagli altri membri del gruppo.
Difetti in questo disco sinceramente
non ne ho trovati, nemmeno la noia che potrebbe risultare da un
ascolto prolungato dato che i Traitors con il loro “The Hate
Campaign” si limitano a una mezz'ora tonda di lunghezza con più di
5 minuti di intermezzi.
In conclusione l'album per me è da
reputare superiore a tutti gli altri in questo genere controverso,
una spanna sopra tutti per le cose descritte poco sopra quindi senza
indugio questa è la valutazione che i Traitors si meritano da parte
mia.
Tracklist:
01. Civil Dissonance (Intro)
02. Disappoint
03. Drown
04. A Common Demon
05. Overthrown
06. The Perfect Enemy
07. Curfew
08. Leech
09. Buried Alive
10. Onslaught
11. Dissociated
12. The Hate Campaign
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