Quando qualche mesetto fa ascoltai per la prima volta i
Chon, feci l’errore di giudicarli troppo velocemente, liquidandoli in fretta
come un gruppo che proponeva musica alla lunga noiosa, e che poteva essere
messa tranquillamente di sottofondo mentre si faceva altro.
Riascoltando molte volte “Grow” invece , il mio giudizio è mutato più positivamente.
Il progressive rock strumentale proposto dalla giovane band di San Diego, ha una formula molto personale dalle composizioni molto allegre e solari. Il livello tecnico è indiscutibilmente molto fine e curato: le chitarre arpeggiano in maniera pulita e velocissima, e la batteria dal canto suo fa un ottimo lavoro di esecuzione e tecnica. Il “sound allegro” dei Chon è piacevolissimo e funziona al meglio appunto quando la band propone questo tipo di musicalità. Le tracce abbassano di tono di godibilità quando la band azzarda un sound meno allegro anche se, uno spiraglio di luce, filtra sempre tra le miriadi di note.
Tracce come “Story”, “Fall” e “Perfect Pillow” rappresentano il fulgido esempio sul quale sarebbe dovuto viaggiare il disco per elevarlo ad un piccolo capolavoro.
Nella tracklist, “Can’t Wait” ed “Echo” rappresentano le uniche tracce dove è presente anche un cantato. Anche se nel complesso risultano quasi carine , il meglio dei Chon come detto prima, è scatenato nelle composizioni puramente strumentali, energiche e veloci.
Si notano piacevolmente alcune influenze degli Animals As Leaders più “puliti”, cioè quando il caro Tosin, sprigiona il suo lato più melodico ed armonico, invece che djentare furiosamente sulla otto corde
Come primo album, i Chon hanno fanno centro. Tralasciando alcune tracce abbastanza anonime e alcuni difetti da opera prima come la ripetitività, “Grow” è un ottimo debutto che ad ogni ascolto regala qualche nuova sfumatura in più. Il carattere è vivo, gli strumenti sono belli vibranti e la strada è quella giusta. Non perdetela!
Riascoltando molte volte “Grow” invece , il mio giudizio è mutato più positivamente.
Il progressive rock strumentale proposto dalla giovane band di San Diego, ha una formula molto personale dalle composizioni molto allegre e solari. Il livello tecnico è indiscutibilmente molto fine e curato: le chitarre arpeggiano in maniera pulita e velocissima, e la batteria dal canto suo fa un ottimo lavoro di esecuzione e tecnica. Il “sound allegro” dei Chon è piacevolissimo e funziona al meglio appunto quando la band propone questo tipo di musicalità. Le tracce abbassano di tono di godibilità quando la band azzarda un sound meno allegro anche se, uno spiraglio di luce, filtra sempre tra le miriadi di note.
Tracce come “Story”, “Fall” e “Perfect Pillow” rappresentano il fulgido esempio sul quale sarebbe dovuto viaggiare il disco per elevarlo ad un piccolo capolavoro.
Nella tracklist, “Can’t Wait” ed “Echo” rappresentano le uniche tracce dove è presente anche un cantato. Anche se nel complesso risultano quasi carine , il meglio dei Chon come detto prima, è scatenato nelle composizioni puramente strumentali, energiche e veloci.
Si notano piacevolmente alcune influenze degli Animals As Leaders più “puliti”, cioè quando il caro Tosin, sprigiona il suo lato più melodico ed armonico, invece che djentare furiosamente sulla otto corde
Come primo album, i Chon hanno fanno centro. Tralasciando alcune tracce abbastanza anonime e alcuni difetti da opera prima come la ripetitività, “Grow” è un ottimo debutto che ad ogni ascolto regala qualche nuova sfumatura in più. Il carattere è vivo, gli strumenti sono belli vibranti e la strada è quella giusta. Non perdetela!
Tracklist:
1. Drift
2. Story
3. Fall
4. Book (feat. Matt Garstka of Animals as Leaders)
5. Can't Wait
6. Suda
7. Knot
8. Moon
9. Splash
10. Perfect Pillow
11. Echo
12. But (feat. Matt Garstka of Animals as Leaders)
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