Recensione: LVTVM - Adam "Two Bassmen is Mej Che Uan"

Ragazzi c'è poco da dire: in Italia la presenza di molte band in grado di sperimentare ed innovare generi musicali è fuori discussione. Ad aggiungersi a band più conosciute oggi arrivano i LVTVM. Ammetto che non mi ero andato molto ad informare sul gruppo toscano, ma dopo aver sentito il disco son corso subito sulla loro pagina facebook. Iniziando ad ascoltare il disco ci si aspetta sempre e comunque degli standard, specialmente a livello di strumentazione, che nel post metal è sempre bene o male la stessa: chitarra ultra riverberata, basso grosso, batteria, spesso e volentieri tantissimi delay su delay, e a volte c’è la presenza di synth e pianoforte. Ecco, già qui è presente l’ aria di novità: il gruppo presenta due bassisti, una batteria e il synth. Non ci posso far nulla, sono un grosso amante di cose fuori dalla norma e di sperimentazioni, quindi mi sono buttato a capofitto nel disco cercando di cogliere determinati dettagli che magari mi ero perso.
A scanso di equivoci chiariamoci, non siamo di fronte ai nuovi King Crimson o ai nuovi Bark Psychosis, ma si sente che il disco non è assimilabile alla norma. Parliamo lo stesso di post-metal, ma parecchio (e sottolineo parecchio) influenzato da una molteplicità di generi, dal jazz all’ ambient e alla psichedelia. A questo punto la domanda sorge spontanea: il disco è un calderone di generi o è coeso e ha un senso? Bene, la risposta è semplice: il disco è ottimo, i suoni sono perfetti, la presenza di due bassi, che all’ inizio può sembrare un po’ ostica all’ ascoltatore, è perfettamente funzionale al genere che i ragazzi vogliono proporre. Quindi no, non si tratta di un calderone di generi messi lì a muzzo. Magari alla lunga il disco può un po’ stancare, determinate soluzioni sono un po’ ripetitive, l’ innovazione la si percepisce specialmente all’ inizio, andando a scemare durante il disco. Va bene, avete avuto una buona idea e l’ avete sviluppata bene, ma un disco non può andare avanti su quell’ idea singola. Sicuramente è una cosa perdonabilissima, essendo il gruppo al suo primo full lenght, e sicuramente devono crescere sotto questo punto di vista, ma le basi ci sono e sono molto solide. Per non farci mancare nulla vi segnalo pure le tracks più belle per il sottoscritto, che vanno dall’ inizio (Twalking) alla fine (Fthonos Theon) sempre rimanendo su un ottimo standard, ma come ho già detto prima, sulla scia dei primi brani. I ragazzi toscani sono pienamente promossi, con la speranza che al prossimo disco raggiungano standard qualitativi ancora più alti.


Tracklist: 
Session I 03:52
Twalking 07:15
The Dreamer 06:14
Internal Disease 02:21
Tremorz 05:55
Gnosis 04:21
Hybris 05:13
Fthonos Theon 07:26
Nemesis 03:22

SENTENZA: Two Bassmen is mej che aun


Recensore; Sebastiano Liso

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