Abbiamo capito ormai che il Technical Death Metal per molti è sinonimo di dissonanza ed anche gli americani Rivers Of Nihil la pensano così.
"The Conscious Seed Of Light", è diventato famoso grazie alle influenze Djent mischiate al Tech Death, ma era esagerato, un disco che per quanto mi sono obbligato di ascoltare non riuscivo a comprendere e più andavo avanti più esso mi restava sulle balle; sorprendente a mio modo di vedere che li abbia portati alla Metal Blade.
Due anni dopo ecco "Monarchy" e qui chi ha giudicato male questi 5 ragazzi, si deve ricredere.
Non solo abbiamo giganteschi passi avanti per quanto riguarda la qualità audio (e grazie al cazzo hanno usato un Kemper stavolta), ma anche in quella del riffing.
Infatti se sul precedente disco la maggior parte dei riff non convinceva e non riusciva a dare spinta alle canzoni, in questo "Monarchy" è il riffing possente, repentino e dissonante che fa la differenza.
Il riffing non è ne super tecnico ne composto da 10.000 note, ma al contrario nella sua semplicità riesce ad essere efficiente come in questo brano:
E il passo in avanti i Rivers Of Nihil lo hanno fatto, anche grazie al loro front man Brody, proprio qui, ovvero nel risultare catchy utilizzando la dissonanza a loro piacimento.
La formula vincente che caratterizza questo full è quando il groove viene interrotto da una dissonanza smorzando l'accelerazione e favorendo la ripartenza con una dose prettamente tech death in alternative picking.
La voce di Jake rimane poco diretta anche in questo nuovo capitolo, ma è un'effetto senz'altro riproposto appositamente.
Anche i due nuovi membri avranno portato idee fresche all'interno del team, ma son più che sicuro che la maggior parte del materiale, per non dire tutto, sia stato scritto da Brody Uttley, che sembra voglia diventare il nuovo Michael Keene, anche grazie agli assoli prog che prendono spesso e volentieri la scena.
Assolutamente da citare tra i brani in questione, abbiamo "Reign Of Dreams", "Sand Baptism", l'enigmatica "Ancestral, I", e la non così scontata title track, visto che l'ho dovuta rivedere più e più volte per digerirla a pieno, ma nonostante ciò rimane inferiori ad alcuni pezzi. I stop'n'go invece, quasi mai usati fino ad ora, vengono fuori grazie alla finale "Suntold".
Oltre questi brani "diretti", abbiamo di fronte a noi le atmosfere che fuoriescono dalla parte Prog, il basso che esce dagli schemi e la voce che sparisce. Insomma sì, stiamo parlando di "Terrestria II: Thrive" che è il classico brano strumentale che va ormai tanto di moda in questo settore.
Tra le note negative c'è da dire che i primi 4 pezzi non reggono il confronto con l'intero full, ma questo era abbastanza prevedibile.
Nel complesso "Monarchy", con i suoi tuttavia modesti 50 minuti, mi ha sorpreso in modo davvero convincente; incredibile pensare che dopo solo due anni dal precedente cd, questi 5 ragazzi son riusciti a sfornare un disco di tale qualità, quest'ultima non solo riferita al sound.
La Metal Blade ci ha visto benissimo, perché i Rivers Of Nihil hanno davvero le capacità e le possibilità soprattutto, di diventare una delle migliori realtà Technical Death Metal, quello che va tanto oggi.
Se il precedente cd gli aveva dato una solida fan base, stavolta rischiano di diventare i Periphery del tech death.
Carino il fatto di ricollegare i due dischi grazie alla traccia Terrestria, che in qualche modo crea un nesso trai due dato che la ritroviamo anche stavolta, anche se fortunatamente come ripeto, "Monarchy" non ha un cazzo a che vedere con quello prima.
Monarchy tracklist:
01. Heirless
02. Perpetual Growth Machine
03. Reign Of Dreams
04. Sand Baptism
05. Ancestral, I
06. Dahydrate
07. Monarchy
08. Terrestria II: Thrive
09. Circles In The Sky
10. Suntold
SENTENZA: Dissonance is the new "catchy "
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