The Palindrome Sequence - Modern Renaissance


Ambiziosi, decisi, ma anche inconcludenti. Questo ( naturalmente a mio parere) è il giudizio che sento di esprimere riguardo la seconda release di questa giovane band proveniente dall’ Ungheria. Ci sono 3 punti principali da analizzare:

Il songwriting, che richiama molto i Within the Ruins (di Invade e Creature, e questo mi fa molto piacere), oscilla in maniera indecisa, il Deathcore / Progressive che i nostri offrono è davvero poco riuscito.
A causa di mescolare semplicità e tecnica, i brani risultano essere strutturati in maniera approssimativa, poco omogenea e senza uno scheletro solido a sostenerli. I riff, seppur belli, sembrano concatenati in maniera casuale, diciamo senza un’apparente stesura , o magari con una stesura presente ma molto superficiale.
Una piccolo problema per le band tecniche, ma grande per gli ascoltarli, è la difficoltà a non annoiarsi/ far annoiare l’ascoltatore! Si può avere in mano tutta la tecnica del mondo, ma se non si hanno in mente molte idee convincenti per la scrittura di musica, il tutto è praticamente ‘vuoto’. E’ come se Van Gogh dipingesse i suoi quadri su una tela invisibile!

Non mi piace però gettare band con capacità, intenti evocativi (a partire dalla copertina mistica), nel bidone dell’ Ultima Change’, perché ci sono i requisiti per un buon songwriting futuro. Alla fine si tratta solamente di prendere le idee, razionalizzarle e renderle sensate all’interno di una canzone. Anche se a molti sembra facile….


 Marcello Mazza

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