Disentomb - Misery


Quando una band esordisce con un album mediocre come "Sunken Chambers of Nephilim" finendo subito nel vasto oblio del Brutal Death Metal, per rialzarsi non gli resta che ricominciare tutto da capo, prendersi il tempo necessario e adottare un nuovo processo di song-writing; cosa che i quattro australiani han senza dubbio fatto.
L'opera venuta dopo ben quattro anni d'attesa è "Misery", il secondo full della band, nonché del riscatto possiamo dire.
Anziché sparare riff slam e brutal death random, solo perché poi quando li vai a risentire in studio dici "spaccano cazzo", la formazione di Brisbane ha voluto dedicarsi in maniera più estesa al song-writing costruendo riff molto più temerari, quasi technical death diciamo, ben mischiati a dei rallentamenti slam fondamentali per il genere.
Il risultato di ciò è un album innanzitutto lineare, che non rischia né di annoiare (o non così spesso) né di far storcere il naso all'ascoltatore più esigente, appunto per il riffing interessante che presenta e per la durata che è perfetta per un disco del Brutal Death; ovvero appena sopra i 30 minuti.
Dopo aver elogiato le chitarre parlandovi del riffing, spenderei due parole per il batterista Henri Sison; prestazione davvero stellare, non solo per la velocità e la tecnica dimostrata ma per l'abilità nel seguire sempre con costanza il pezzo senza cercare soluzioni azzardate o inutili riempimenti, insomma un tutt'uno con il resto.
A dimostrazione di ciò che sto cercando di dirvi, abbiamo le tracce "An Edifice Of Archbestial Impurity", che è la protagonista dell'assalto vero e proprio, la slammeggiante "Vultures Descend" e forse il primo esempio di slam/doom grazie alla straziante ma super efficacie "Megaliths Of Despair".
Tanto per non farci mancare niente, abbiamo anche un features dell'onnipresente Trevor Strnad (lo sapete con chi canta dai non fatemelo scrivere), in "Forced Adornment Of The Funerary Crown".
In chiusura ci sta forse la migliore traccia del disco, "Sentinels Of The Bleak", e devo dire che ci sono rimasto un po' di merda sinceramente; se avessero puntato di più a queste soluzioni mezze dissonanti, pinch harmonics, che ormai se sfruttate bene son davvero efficienti, forse non stavamo parlando solo di un buon disco.
Confronto al disco d'esordio siamo davanti a un capolavoro, nel complesso invece abbiamo come già detto, un buonissimo disco Brutal Death odierno. 

Misery tracklisting:

1) The Genesis Of Misery
2) An Edifice Of Archbestial Impuruty
3) Abominations Created Through Divinity
4) The Promethean 
5) Vultures Descend
6) Pyres Built from Their Severed Wings
7) Chthonic Gateways
8) Megaliths of Despair
9) Forced Adornment of the Funerary Crown
10) Sentinels of the Bleak


Sentence: Meno slam, più technical









Recensore: Marco Gattini
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