Live report della data milanese dei Korn! YDBCN

Tralasciando il freddo indicibile che ci ha fatto compagnia per tutta l'attesa fuori dall'Alcatraz di Milano possiamo senza dubbio dire che l il ritorno dei Korn in Italia è stato oltremodo soddisfacente.
Il Gruppo di apertura erano gli inglesi The Qemists, un simpatico miscuglio di Enter Shikari (con cui hanno anche fatto un featuring tempo fa), Pendulum e altri artisti simili, insomma per circa 40 minuti hanno proposto il loro rock pesantemente “contaminato” da basi drum 'n bass/dubstep.
I The Qemists hanno iniziato quasi subito e sono riusciti a farsi apprezzare da quella parte di pubblico che non era lì solo per sentire i vecchi classici dei Korn ovviamente. Unico punto a sfavore per me è stata la batteria, triggerata ed effettata oltremodo sarebbe potuta essere sostituita senza problemi da una base dato che i suoni sembravano tirati fuori da un preset di Ableton. Performance quasi totalmente perfetta in sostanza per il quintetto di Brighton che non mostra sbavature soprattutto dal punto di vista delle voci che hanno confezionato una setlist perfetta.

Ovviamente ora tocca ai più attesi, i Korn, che salgono sul palco addirittura in anticipo.
Finito il tour con gli Slipknot (dove suonavano appena 11 canzoni) la band californiana ha perfezionato la setlist raggiungendo il modesto numero di 18 canzoni (intro compresa) che ohe ora vedremo di descrivere al meglio.
La performance dei Korn è stata perfetta, fedeltà al sound sull'album al 100%, soprattutto in canzoni anche più “difficili” da suonare allo stesso modo come il classico “Falling away from me” o la new entry “Love & Meth”. Ogni membro ha svolto un lavoro impeccabile, con tanta presenza scenica, come giusto che sia ad un concerto di pionieri del Nu Metal, solo il tastierista mi è sembrato anonimo rispetto al resto del gruppo ma questo può essere colpa della mia immersione totale nel “vero” gruppo.
Un punto caldo della serata è stato Jonathan Davis, il cantante che nonostante alla fine di ogni canzone avesse avuto bisogno di trenta secondi di “respiro” con la mascherina per l'ossigeno ha cantato ogni canzone perfettamente senza farsi influenzare dalla sua apparente salute precaria (cosa che ci è stata poi confermata alla sua uscita quasi di nascosto dal locale).
Nulla da dire sul sound, personalmente mi aspettavo un'acustica infima in un posto come l'Alcatraz di Milano, e invece mi sono dovuto ricredere, suoni perfetti, soprattutto considerando di che band stiamo parlando.
In generale quindi possiamo dire che i nostri 40 euro sono stati ben spesi, nonostante la setlist non sia stata una di quelle che avrebbe fatto gioire i fan di vecchia data.


Scritto da Andre Facchinello

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