Recensione: Steven Wilson - Hand. Cannot. Erase "Balls Corrosion"


Sento già la spocchia 'progressive' dei quasi trentenni e la lama facile degli amanti dell'onnipotente (e sempre verde) Steven Wilson calare sul mio teschio dopo questa recensione. 

Ho letto un'intervista dello stesso (Wilson, ndr) in cui afferma che questo album naviga su tutti i lidi esplorati nel passato dai suoi progetti e li mescola, saggiamente, sempre secondo lui, in un interminabile quadro d'emozioni in progressione. Ecco, si, a sentirla così la favola sembra più dolce, ma non è proprio la realtà dei fatti. L'album è realmente un miscuglio dei passati progetti di Wilson, e questo, per un artista tutto tondo come lui è la normalità, quello che manca però è la linea conduttrice. Lo scheletro effettivo dell'album qual'è ? Oltre 60 minuti di musica che si dipana in cose già sentite (basta ascoltare l'ultimo decennio Porcupine Tree/Blackfield) e rigirate per l'ennesima volta. 
Una compilation di suoni e soluzioni stilistiche già ascoltate, ed anche in forma più ispirata. Intendiamoci, non è un album che non si può ascoltare, ci mancherebbe. La musicalità di Steven Wilson è sempre quella, invariata, il problema è tutto il resto. Musiche che si poggiano su un concept che sarebbe stato anche interessante, ma grazie a questo continuo cambio stilistico delle musiche non riesce a venir fuori. Note positive ? Guthrie Govan su tutti. Se ci sono un paio di tracce che riescono a toccare la qualità dei cd precedenti del Wilson solista è proprio grazie alla sua chitarra. In poche parole è un lavoro che di base suona vuoto. 

Nessuna nuova idea, poca ispirazione. Un album anonimo per ciò che Wilson può farci ascoltare.


Tracklist:

1. "First Regret" 2:01
2. "3 Years Older" 10:18
3. "Hand Cannot Erase" 4:17
4. "Perfect Life" 4:46
5. "Routine" 8:58
6. "Home Invasion" 6:24
7. "Regret #9" 5:00
8. "Transience" 2:43
9. "Ancestral" 13:30
10. "Happy Returns" 6:00
11. "Ascendant Here On…" 1:54

Recensore: Federico Manciocchi

SENTENZA: BALLS CORROSION



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