Recensione: threestepstotheocean - Migration Light "3 metri sopra il cielo"


Abbiamo davvero bisogno di un’ altra band post rock?
Abbiamo davvero bisogno di un’ altra band che suona come tutte le altre centinaia di band post rock che affollano il globo?
Queste sono le domande che mi pongo prima e dopo aver ascoltato “Migration Light” dei threestepstotheocean.
Questo disco mi fa rendere conto di come fortunatamente esistono ancora band che riescono a scrivere dischi di buon livello senza focalizzarsi troppo su schemi già triti e ritriti.
Niente di trascendentale ed estremamente innovativo, per carità. Il disco ci porta comunque nel solito mondo fatto di delay, riverberi e riverberi ai riverberi. Con, tuttavia, quel quid in più che lo porta a distinguersi dalla marea di produzioni post rock presenti nel mondo che suonano (quasi) tutte uguali. Le influenze moderne si sentono eccome, e specialmente quella dei Russian Circles e dei più “metallari” Isis, ma il risultato finale è comunque valido.


Un altro punto a favore, e specialmente un distacco dalla scena più blasonata, è la breve durata del disco: “solo” 36 minuti. Sicuramente rende i brani più memorizzabili e più godibili sotto certi punti di vista, distaccandosi magari da una tradizione di bands più inclini a scrivere dischi di una lunghezza decisamente superiore alla media (qualcuno dice godspeed you! Black emperor?).
Subito presenti sono le distorsioni quasi soffocanti che contraddistinguono i già citati gruppi post metal, accompagnate da melodie che ricordano all’ ascoltatore un background decisamente più post-rock. L’ apertura è affidata a “They”, un brano di circa 4 minuti che fa da apripista al miglior pezzo del disco, insieme a “Sulaco”: “Sur”. Non è un caso che sia la traccia più lunga della release, con la sua durata di 7 minuti e mezzo. A detta del sottoscritto è il perfetto riassunto dell’ intero disco. Si possono trovare qui dentro tutte le possibili soluzioni del gruppo, in un crescendo iniziale che dura fino a metà canzone per poi abbandonarsi a melodie e riverberi sognanti che potrebbero addirittura (!!!) ricordare i Pink Floyd più progressive.
Quindi, tornando alla domanda iniziale: sì, se la release è di questo calibro, abbiamo ancora bisogno di dischi post rock. Gli italiani threestepstotheocean (ma va di moda utilizzare nomi con parole tutte attaccate? Sleepmakeswaves, tomydeepestego (…)) confezionano un disco che sicuramente non porterà nulla di nuovo al genere, ma che si fa decisamente ascoltare ed apprezzare senza alcun problema. Ad averle releases del genere!



Tracklist

1. They
2. Sur
3. Dust Bowl
4. Sulaco
5. I end
6. Wooden Shelter
7. Primordial Leavers

Recensore: Sebastiano Liso

SENTENZA: 3 metri sopra il cielo


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About Sebastiano Liso

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