Hannes Grossmann, musicista definibile a 360° gradi, approda dopo anni di lavoro in gruppo, con questo suo album personale "The Radial Covenant". Da come avrete ben capito parliamo di una one man band metal e se avete presente chi sia questo autentico mostro della scena estrema non potete non aver già individuato il genere che tratterà questo full-length. Ebbene sì, Hannes (Obscura, Blotted Science, ex Necrophagist) ci propone un lavoro mastodontico e di gran rilievo, ovviamente di sponda technical death metal e progressive. Avendo le capacità di manovrare in maniera ottimale ciascun strumento per questo genere, ha ben pensato di fare quest'album, affidandosi solo ed esclusivamente alla sua esperienza ed alle doti tecniche apprese in questi anni di carriera. Il disco in questione suona molto Obscura, cosa più che normale dato che è proprio la band in cui milita da più tempo (7 anni). Le parti technical sono ben curate e ampiamente elaborate, mentre quelle progressive hanno lo scopo di reggere le parti strumentali senza far mai risultare il cd noioso o privo di senso. Come ci aspettavamo, "The Radial Covenant" è quel disco che ti devi sentire dall'inizio alla fine, senza cercare tracce di rilievo o episodi determinanti, perché almeno per quanto mi riguarda, non sono presenti, o meglio, non sono così evidenti. Ho impiegato più tempo di quanto mi aspettassi per amalgamare questi apparentemente innocui 45 minuti. Non mancano stacchi di acustica e pianoforte che ho trovato semplicemente al posto giusto nel momento giusto; questo anche a sottolineare, quanto il tedesco abbia lavorato e si sia concentrato a fondo nei dettagli, che per chi ascolta il disco in maniera superficiale possono risultare obsoleti. Un disco veramente difficile da comprendere, anche dopo svariati ascolti potrebbe far storcere il naso a molti, perché il fattore "ascoltare finché non si arriva a capire" ha lo scopo di farvi arrendere facilmente e dimostrare che il disco in questione è per palati raffinati. Per cui consiglio un attento e ricercato ascolto, per non escludere fin da subito, uno di quei dischi che potrebbe rientrare nella vostra lista dei migliori album dell'anno.
8
Marco Gattini
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