4 Pinne All'Orizzonte: I vampiri sono tornati

Strength In Numbers - Induce

Ultimamente vedo sempre più gruppi beat-down hardcore venire fuori. Dopo la letterale sprangata presa dagli  In Tongue lo scorso anno, ecco che scopro i Strength In Numbers. Questo primo loro ep "Induce" di una ventina di minuti circa è puro hardcore con accordature bassissime e riff lenti, flemmatici che creano atmosfere inquietanti e confusionarie lasciandoti sconnesso per l'intera durata, nonostante non ci sia nulla di complicato nella proposta. Devo dire che questi americani hanno preso bene gli appunti dai gruppi venuti prima tipo Desolated, Feign ed i prima citati In Tongue. In più aggiungono un suond a tratti decisamente djentoso da risultare ancora più straziante. Il singolo rilasciato lo scorso anno, "Lost In Mind", è senza dubbio l'episodio più alto dell'ep: traccia potente, in cui la voce rappresenta un richiamo all'odio. Anche in resto non è male, ma arrivati ad una certo punto potrebbe stufare. Alla fine sentiamo ripetuti per tutta la durata gli stessi passaggi e le stesse vocals, con l'unica differenza che vengono rallentati drasticamente da risultare snervanti e soffocanti. Roba per pochi insomma, che non vuole essere presa in maniera grossolana e pacchiana, ma semplicemente godere di una ristretta fetta di pubblico fedele al genere trattato. 
[Marco Gattini]



Nightshade - An Endless Vision

Grazie ad una line-up contenente membri francesci e americani i Nightshade riescono a miscelare le varie influenze trovando una più che gustabile versione di deathcore/metalcore di stampo europeo ed americano. Il bello di questo "An Endless Vision" è che pur non presentando assolutamente nulla di nuovo, analizziamo i singolo elementi, il risultato è un ibrido di djent e metalcore europeo che risulta veramente piacevole all'ascolto. Straordinario il lavoro svolto da Jason Suecof al ruolo di missaggio e mastering dato che ha saputo alzare la spinta, rinforzando il sound in maniera ottimale. Ma alla fine se siete abituati a sentire album di gente più nota come Veil Of Maya o Whitechapel non vi sembrerà neanche chissà cosa messo a confronto. Tuttavia la parte interessante del disco è la mescolanza di elementi deathcore, metalcore e djent, che lo portano ad essere un lavoro dal genere indefinito grazie alle molteplici influenze, forse anche troppe considerando che l'elettronica lo rovina a tratti, ma del resto vale sempre il proverbio "il troppo stroppia". Non ho sempre (stranamente) sgradito le clean vocals sui ritornelli, dato che se ben messe fanno la loro porca figura, vedi "Contemporary Ascendency", "Virtue In Hand". La maniera in cui scorre lo rende un cd da non trascurare; sentire ancora questo sound potrebbe farvi storcere il naso, ma la mescolanza tra gli elementi prima citati è studiata in modo da non annoiare mai l'ascoltatore e lo capisci in maniera più chiara quando verso la fine il disco sta assumendo un po' di piattezza e arriva la doppietta "Creepy Crawlies", "Hope Is What Makes Us Strong" a rimettere le cose a posto. Non aspettatevi nulla di non ancora sentito, ma la struttura e l'interazione con l'ascoltatore in questo "An Endless Vision" non sono da sottovalutare.
Detto ciò, devo dire che il precedente lavoro mi ha senza dubbio più entusiasmato (vista sopratutto la minor quantità di clean vocals e dei suoni djentosi) perché aveva più screams, era più "sporco" ed aveva più spinta da un punto di vista del song-writing, anche se le parti di elettronica le ho trovate più interessanti in questo "An Endless Vision". Per cui se siete ascoltatori moderni, all'ultima moda ascoltatevi questo disco senza esitare, se invece siete legati al suono più naturale e di conseguenza al metalcore di vecchio stampo, optate per il predecessore. 
[Marco Gattini]




Vampire - Vampire 

Come si distingue il Death Metal buono da quello cattivo? Il Death Metal buono ti fa venir voglia di prendere uno strumento e suonare la roba del 1989, di comporre un trio e chiamarlo con nomi tipo "Evil Ways"
La nuova scoperta di mamma Century Media è uno di quei gruppi così profondamente innamorati di un sound che ti trasmettono tutto quell'ardore, quella passione, quella voglia ceca di voler fare Death Metal come lo si faceva prima di chiamarlo Death Metal. I primissimi Death, Possession, Autopsy non che Venom e Kreator formano lo strato base da cui gli svedesi prendono ispirazione.
Se è vero che la musica proposta vive di una canonicità che per molti potrebbe risultare superflua è ver anche che il livello di arrangiamento dell'album è altissimo e scartare a prescindere un ascolto perchè ci stanno tracce come At Midnight I'll Possess Your Corpse e Under the Grudge è ridicolo.
La band oltre a certe mosse ordinarie butta nella mischia il meglio che sa fare in canzoni atmosferiche più prolisse dove si concede il lusso di sperimentare ed andare oltre il classico tupa tupa, mosse intelligenti anche per spezzare un incedere altrimenti troppo omogeneo e donare un pizzico di varietà essenziale per un cd del genere. Da elogiare quindi in questo senso sia The Bestial Abyss che The Fen per il comparto strumentale veramente perfetto, pollici in su.
Primo album e primo centro su Century Media, i ragazzi se sapranno rivendersi in modo intelligente potrebbero veramente fare un salto di qualità ora solamente accennato. Una serie di dischi tutti uguali minerebbero la loro carriera ora in ascesa, speriamo siano talmente intelligenti da capire che il Revival da solo non basta.
[Edoardo Del Principe]



Coffin Dust - This Cemetery, My Kingdom

Dispiace veramente che questa band non sia riuscita a tirare fuori un lavoro veramente d'alto livello nonostante nel cd siano presenti apici non indifferenti. Primo neo è la prolissità del cd, proporre Thrash/Death d'annata per quasi un'ora è un suicidio. Seconda cosa la produzione non è perfetta ed il basso risulta assai ingombrate a discapito di una maggiore potenza e di un maggiore spessore delle chitarre. Manca a mio modo di vedere anche un singolone forte con cui aprirsi la strada. Nel mare di musica e terrore collezionato in "This Cemetary, My Kingdom" però c'è tanta roba buona e vagonate di riff groovy e spezza ossa. Errori di inesperienza che potrebbero aver minato una delle migliori uscite del genere dell'anno. Ovviamente il pacchetto è ancora ottimo e ne consiglio l'ascolto ma ci stanno diversi passaggi a vuoto o quantomeno non necessari che avrebbero far potuto crescere la valutazione. Se pur la frenesia per l'old school sia un po' scemata c'è da dire che nei Coffin Dust c'è anche del potenziale per poter proporre qualcosa di personale, non secondario e già precedentemente accennato il groove di certe parti più mid tempo, un'affinità tipica del thrash che mischiata alla contumacia di sedicesime da veri Deathster rendono questo cd estremamente vario e divertente nonostante la lunghezza. Perla del cd la conclusiva, lunghissima ed autotitolante canzone, capolavoro da 92 minuti di applausi. Contando che siamo al primo cd la band ha un roseo futuro davanti a se.
[Edoardo Del Principe]


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About Marco

YDBCN è un collettivo di persone disagiate che odia la musica
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