DESTRAGE - ARE YOU KIDDING ME? NO
2014
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Destrage
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Gojira
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Metal Blade Records
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Protest The Hero
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recensioni
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Rody Walker
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Serj Tankian
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System Of A Down
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The Dillinger Escape Plan
Edit
Uno dei dischi più attesi di quest'anno, finalmente è stato rilasciato: "Are You Kidding Me? No" ed il titolo già fa intuire l'ironia ed il fattore "non prendiamoci troppo sul serio" adottato dagli italianissimi Destrage, dopo aver firmato niente popò di meno che per la Metal Blade Records lo scorso anno. Come ben sappiamo la scena italiana è piena zeppa di band estreme, per cui un gruppo come i Destrage che raggiunge un'etichetta di importanza internazionale così nota, non può che renderci tutti felici e contenti.
Ma la terza fatica dei milanesi supererà le aspettative? C'è da dire subito che le tracce rilasciate prima dell'uscita del full, ovvero "Purania" e "My Green Neighbour" (quest'ultima con tanto di video in tema zombies) mi avevano fatto venire l'acquolina in bocca e le avevo letteralmente logorate a forza di ascoltarle. Per cui, da quei due pezzi così interessanti e avvincenti le mie aspettative erano aumentate notevolmente riguardo il resto della scaletta. Dopo un primo ascolto rimango veramente stupito, dalle influenze, dai giri, dai cambi tempo, dalle atmosfere che si vengono a creare; - non posso credere che abbiamo in Italia un gruppo del genere - è il mio primo pensiero. Altra cosa che mi ha spiazzato è stato il fatto che in principio mi aspettavo il classico disco buono con 3/4 tracce di spicco ed il resto buono ma non così di rilievo; ma neanche per sogno! Qui tutte le tracce fanno parte di un'unico grande insieme frammentato da momenti altissimi e altri più tranquilli (come giusto che sia), ma non per questo anonimi. I rimandi che mi vengono al momento sono veramente tanti ed a primo occhio nessuno che si affianchi l'uno con l'altro: dai Protest The Hero più tecnici, fino ai Gojira più incazzati, passando per l'alternative dei System Of A Down e il mathcore dei The Dillinger Escape Plan. Nonostante queste citazioni quasi dovute, il disco suona vigorosamente originale! Solitamente gli album per stupirti usufruiscono di qualche momento alto messo in mezzo, all'inizio o alla fine; qua invece è tutto una sorpresa, è tutto uno stupirsi continuamente. Passare da chitarre groovy ad archi passando per l'elettronica, con tanto di intermezzi e riff che ti spiazzano e ti lasciano di stucco praticamente sempre (le prime volte che l'ascolterete sarà un bordello per la vostra mente); per non parlare della prestazione vocale di Paolo Colavolpe degna del Rody Walker più scatenato e del Serj Tankian negli anni d'oro. Un'aggettivo che non si può associare a questo disco è senza dubbio "prevedibile". Non mi sento di citare alcuna traccia (oltre alle già citate), perché ascoltando il cd, man mano che finivano i pezzi mi dicevo "questo lo cito nella recensione", così fino arrivare all'ultimo. Sembra paradossale, ma il risultato è che abbiamo un capolavoro indiscusso del genere. Se quelle due tracce vi avevano incantato e catturato, sappiate che ascoltando il disco per intero troverete sorprese ben migliori e addirittura più travolgenti. E il prendersi poco sul serio, stile PTH è un fattore vincente ormai oggigiorno. Che poi tenete conto di circa 50 minuti trasmessi con quest'intensità e adrenalina, dove mai vedremo segni di incertezza o alcune parti che sarebbero state meglio in un modo invece che nell'altro, almeno dal mio punto di vista.
Quando un disco è un capolavoro, dopo una certa non ti vengono più le parole per descriverlo o anche solo commentarlo, al contrario quando è una merda che parleresti per ore e ore...per cui chiudo qua, sperando di avervi invogliato quantomeno a donargli un'ascolto, sia perché son Nostrani sia perché meritano veramente una vostra oretta di vita: che alla fine diventerà di più, perché un ascolto è poco per comprenderlo fino in fondo; sarebbe come godere, musicalmente parlando, per soli 50 minuti della vostra vita.
Marco Gattini
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