Ho letto un'intervista dello stesso (Wilson, ndr) in cui afferma che questo album naviga su tutti i lidi esplorati nel passato dai suoi progetti e li mescola, saggiamente, sempre secondo lui, in un interminabile quadro d'emozioni in progressione. Ecco, si, a sentirla così la favola sembra più dolce, ma non è proprio la realtà dei fatti. L'album è realmente un miscuglio dei passati progetti di Wilson, e questo, per un artista tutto tondo come lui è la normalità, quello che manca però è la linea conduttrice. Lo scheletro effettivo dell'album qual'è ? Oltre 60 minuti di musica che si dipana in cose già sentite (basta ascoltare l'ultimo decennio Porcupine Tree/Blackfield) e rigirate per l'ennesima volta.
Una compilation di suoni e soluzioni stilistiche già ascoltate, ed anche in forma più ispirata. Intendiamoci, non è un album che non si può ascoltare, ci mancherebbe. La musicalità di Steven Wilson è sempre quella, invariata, il problema è tutto il resto. Musiche che si poggiano su un concept che sarebbe stato anche interessante, ma grazie a questo continuo cambio stilistico delle musiche non riesce a venir fuori. Note positive ? Guthrie Govan su tutti. Se ci sono un paio di tracce che riescono a toccare la qualità dei cd precedenti del Wilson solista è proprio grazie alla sua chitarra. In poche parole è un lavoro che di base suona vuoto.
Nessuna nuova idea, poca ispirazione. Un album anonimo per ciò che Wilson può farci ascoltare.
Tracklist:
1. "First Regret" 2:01
2. "3 Years Older" 10:18
3. "Hand Cannot Erase" 4:17
4. "Perfect Life" 4:46
5. "Routine" 8:58
6. "Home Invasion" 6:24
7. "Regret #9" 5:00
8. "Transience" 2:43
9. "Ancestral" 13:30
10. "Happy Returns" 6:00
11. "Ascendant Here On…" 1:54
SENTENZA: BALLS CORROSION
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